BENVENUTI

Porgo un benvenuto a chiunque passi per questa stazione nella giungla delle autostrade mediatiche.Chiunque è il benvenuto, chiunque può e deve lasciare commenti, chiunque può suggerirmi vignette a tema. Chiunque si accorgerà che la satira politica non è solo a sinistra, ma trova grande critica e conferma soprattutto a destra. Chiunque capirà che qui c'è libertà e che io ,spero, ho imparato dai maestri della sinistra.

"Questa casa è aperta agli amici, al sole , al vento" -Platone-

PIAZZA NAVONA

PIAZZA NAVONA

La rivolta degli universitari è in mano a .....

mercoledì 28 maggio 2008

CUORI DI PICCIONE

Mentre in Italia ancora imperversa la caccia al Fascio, dopo quella al Rom, nell'Area specificatamente in Fiamma Tricolore, si gioca al repulisti alla rovescia.
E' stato espulso Gianluca Iannone dalla Fiamma!
Perchè ci chiediamo noi dell'Area? Semplice, si aspettava un pretesto come spunto per la cacciata ormai già pronta.
Poco tempo fa, Iannone ha occupato a scopo simbolico per protesta la direzione della Fiamma a Roma.Il motivo era semplice chiedere il tanto agognato Congresso che molti evitavano palesemente.
I molti erano i commissari, della durata incarico di 6 mesi, ma li da anni, gente sconosciuta addirittura alla militanza stessa.
Nei molti anche un sempre più indeciso e difficoltoso Segretario Luca Romagnoli, il quale chiedeva "formalmente2 la richiesta del Congresso.
Richiesta che sarebbe andata sicuramente persa in qualche angolo dell'ufficio.
Detto questo, dall'altra parte hanno allontanato un Iannone che si muoveva nel nazionalizzare il movimento Casapound Italia, un Iannone che era scomodo per i suoi tatuaggi e manifesti col faccione "che spaventa",un Iannone che occupa e crea problemi.
Sia chiaro che sono rimasti nel direttivo persone a lui vicinissime e che non si sono espresse, tranne Boccacci, il quale dopo essersene andato ha chiesto a Romagnoli di espellere Gianluca,mah!!!!
Dopo queste scuse banali e irrisorie ,il problema Iannone è stato affrontato e risolto,secondo loro.
Ora l'80%della militanza se n'e andata con Gianluca,mi chiedo allora con chi farà questa nuova rivoluzione Romagnoli?
Ha già espresso la volontà di accostarsi al PDL vincitore, le vie di Silvio sono infinite!
Forse anche quelle di Storace.......
Comunque nell'assurdo CASAPOUND ITALIA,BLOCCO STUDENTESCO,Varie SEZIONI CAPOLUOGO DI FIAMMA, sono uscite dal partito stesso, ora c'è l'eco ma qualcuno è ancora rimasto, staremo a vedere......

mercoledì 21 maggio 2008

SALVIAMO LA SEB,SOTTOSCRIZIONE MILITANTE.

La SEB finora ha garantito la libertà ad un ergastolano. Lo ha fatto con i soli propri mezzi:chi avrebbe dovuto dare una mano s'è dileguato ed ora la situazione è diventata insostenibile. Il costo da affrontare ogni mese per un dipendente è elevatissimo, ammonta a circa 3600 euro e la SEB, ora in liquidazione, non è in grado di sostenerlo. Maurizio si sta già muovendo per passare il "dipendente" sotto altra società, ma non si tratta di un comune lavoratore e la burocrazia in questi casi è allucinante. Non sappiamo esattamente quali saranno i tempi, ma sappiamo che questa persona non può, non deve, tornare in carcere.Non può essere licenziato dalla SEB finchè un altro datore di lavoro non avrà la possibilità di prenderlo in carico. L'obiettivo è ambizioso, ma la causa merita sacrificio e dedizione. Sacrifici che finora sono gravati sulle spalle di Alessandra Maurizio e Vincenzo e che da oggi devono diventare sacrifici di tutti noi. Il fabbisogno finanziario mensile per mettere al sicuro "quella persona" è di 3000 euro (600 continuerebbe a coprirli la SEB), che potrebbe essere raggiunto qualora almeno 200 utenti versassero 15 euro. Questo non significa che la quota sia fissa, chi non fosse in grado di raggiungerla potrebbe comunque effettuare il versamento secondo le proprie disponibilità.Ciò che riteniamo sia fondamentale, in questo momento, è essere vicini a Maurizio Alessandra e Vincenzo in questa battaglia, perchè per troppo tempo sono stati lasciati soli a combattere una guerra che avrebbe dovuto essere di tutti noi. E' ora di farci sentire.Quindi chiediamo a chi può partecipare di scrivere qui la propra disponibilità, e verrà contattato in privato con i dati necessari per il versamento.Grazie fin da ora a tutti quelli che ci aiuteranno a mettere in salvo una persona così importante per tutti noi.L'indirizzo email per eventuali comunicazioni e da utilizzare "all'esterno" del forum è sottoscrizione@vivamafarka.comqui potranno scriverci i non mafarkisti per avere le coordinate per il versamento e tutte le altre informazioni.

martedì 20 maggio 2008

Fare politica d'Area oggi?La risposta sono le comunità!

Da Fiammista deluso per gli atteggiamenti espliciti ed arroganti de La Destra, cerco luce nel fango e rumore nell'assoluto silenzio, ad un tratto il cuore e l'anima ti portano all'incontro delle comunità sparse in Italia.
La delusione elettorale dell'Area, porta a vederci e osservarci a distanza, ma consci della volontà di ricominciare partendo dal cuore.
Lontani dalle poltrone, lontani dall'illusione dei partitini, CONTINUANO le comunità ad esprimersi e continuare le proprie battaglie. Si cercano e trovano per collaborare mediaticamente e in strada su battaglie comuni, si ricominciano a muovere gesti e parole smossi dall'anima cameratesca che ci appartiene.
Abbiamo perso, siamo stati annientati, usati, traditi, manipolati da falsi venditori d'ideologia, dove sono questi paladini che urlavano nelle piazze, dov'è la Santanchè? Cosa farà Romagnoli? Cosa dirà Fiore? Ha senso mantenere ancora un partito eliminato dal bipolarismo con la maschera della volontà dei cittadini Italiani.
Ha senso appartenenre ad un estremismo interpretato dall'ignoranza della gente come estremismo violento e non come estremismo d'ideale al di fuori degli schemi della Casta.
Per me adesso, oggi dove c'è una palese inutilità dell'appartenenza partitica dell'Area, oggi ci sono le Comunità.
Oggi rinascono migliaia d'identità sparse in Italia, pronte ad affermarsi e cercare OMOGENEITA' tra i militanti.
Adesso la base militante si organizza da sola, senza strutture e organigrammi perdenti, atti solo a definire ruoli e posti occupati da chi non merita e ci ha venduto.
Adesso cominciamo a lavorare sodo per noi stessi, non più per secondi fini di altri, era ora.
In realtà non si è mai smesso, diciamo che ci siamo affidati ad alcune persone del cui operato e immagine ci fidavamo, ora cancellati dalla mente e spero presto dallo sguardo continuiamo a fare semplicemente quello che facevamo prima, senza ostacoli di appartenenza.
Mi auguro che anche la sinistra altra sfigurata dal mondo politico Italiano, soprattutto la militanza capisca che i movimenti di popolo sono lontani da quelli di palazzo.
Nei link ci sono molti indirizzi delle comunità in questione, persone che si danno da fare sul territorio atti a difenderlo e lavorare per quello, atti a ribadire la verità storica e la verità attuale, atti a non schierarsi per meri interessi, ma solo per la gente e popolo sovrano.
W Casapound Italia e tutti i movimenti e comunità nazionali.
Cerchiamo, leggiamo, sentiamo, parliamo, ascoltiamo,AIUTIAMO!

giovedì 15 maggio 2008

Giuseppe D'Avanzo su Travaglio......

"Non sempre i fatti sono la realtà " GIUSEPPE D'AVANZO Non so che cosa davvero pensassero dell'allievo gli eccellenti maestri di Marco Travaglio (però, che irriconoscenza trascurare le istruzioni del direttore de il Borghese). Il buon senso mi suggerisce, tuttavia, che almeno una volta Montanelli, Biagi, Rinaldi, forse addirittura Furio Colombo, gli abbiano raccomandato di maneggiare con cura il "vero" e il "falso": "qualifiche fluide e manipolabili" come insegna un altro maestro, Franco Cordero. Di questo si parla, infatti, cari lettori - che siate o meno ammiratori di Travaglio; che siate entusiasti, incazzatissimi contro ogni rilievo che gli si può opporre o soltanto curiosi di capire. Che cos'è un "fatto", dunque? Un "fatto" ci indica sempre una verità? O l'apparente evidenza di un "fatto" ci deve rendere guardinghi, più prudenti perché può indurci in errore? Non è questo l'esercizio indispensabile del giornalismo che, "piantato nel mezzo delle libere istituzioni", le può corrompere o, al contrario, proteggere? Ancora oggi Travaglio ("Io racconto solo fatti") si confonde e confonde i suoi lettori. Sostenere: "Ancora a metà degli anni 90, Schifani fu ingaggiato dal Comune di Villabate, retto da uomini legato al boss Mandalà di lì a poco sciolto due volte per mafia" indica una traccia di lavoro e non una conclusione. Mandalà (come Travaglio sa) sarà accusato di mafia soltanto nel 1998 (dopo "la metà degli Anni Novanta", dunque) e soltanto "di lì a poco" (appunto) il comune di Villabate sarà sciolto. Se ne può ricavare un giudizio? Temo di no. Certo, nasce un interrogativo che dovrebbe convincere Travaglio ad abbandonare, per qualche tempo, le piazze del Vaffanculo, il salotto di Annozero, i teatri plaudenti e andarsene in Sicilia ad approfondire il solco già aperto pazientemente dalle inchieste di Repubblica (Bellavia, Palazzolo) e l'Espresso (Giustolisi, Lillo) e che, al di là di quel che è stato raccontato, non hanno offerto nel tempo ulteriori novità. E' l'impegno che Travaglio trascura. Il nostro amico sceglie un comodo, stortissimo espediente. Si disinteressa del "vero" e del "falso". Afferra un "fatto" controverso (ne è consapevole, perché non è fesso). Con la complicità della potenza della tv - e dell'impotenza della Rai, di un inerme Fazio - lo getta in faccia agli spettatori lasciandosi dietro una secrezione velenosa che lascia credere: "Anche la seconda carica dello Stato è un mafioso...". Basta leggere i blog per rendersene conto. Anche se Travaglio non l'ha mai detta, quella frase, è l'opinione che voleva creare. Se non fosse un tartufo, lo ammetterebbe. Discutiamo di questo metodo, cari lettori. Del "metodo Travaglio" e delle "agenzie del risentimento". Di una pratica giornalistica che, con "fatti" ambigui e dubbi, manipola cinicamente il lettore/spettatore. Ne alimenta la collera. Ne distorce la giustificatissima rabbia per la malapolitica. E' un paradigma professionale che, sulla spinta di motivazioni esclusivamente commerciali (non civiche, non professionali, non politiche), può distruggere chiunque abbia la sventura di essere scelto come target (gli obiettivi vengono scelti con cura tra i più esposti, a destra come a sinistra). Farò un esempio che renderà, forse, più chiaro quanto può essere letale questo metodo. 8 agosto del 2002. Marco telefona a Pippo. Gli chiede di occuparsi dei "cuscini". Marco e Pippo sono in vacanza insieme, concludono per approssimazione gli investigatori di Palermo. Che, durante le indagini, trovano un'ambigua conferma di quella villeggiatura comune. Prova maligna perché intenzionale e non indipendente. Fonte, l'avvocato di Michele Aiello. Il legale dice di aver saputo dal suo assistito che, su richiesta di Pippo, Aiello ha pagato l'albergo a Marco. Forse, dicono gli investigatori, un residence nei dintorni di Trabia. Michele Aiello, ingegnere, fortunato impresario della sanità siciliana, protetto dal governatore Totò Cuffaro (che, per averlo aiutato, beccherà 5 anni in primo grado), è stato condannato a 14 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso. Pippo è Giuseppe Ciuro, sottufficiale di polizia giudiziaria, condannato a 4 anni e 6 mesi per aver favorito Michele Aiello e aver rivelato segreti d'ufficio utili a favorire la latitanza di Bernardo Provenzano. Marco è Marco Travaglio. Ditemi ora chi può essere tanto grossolano o vile da attribuire all'integrità di Marco Travaglio un'ombra, una colpa, addirittura un accordo fraudolento con il mafioso e il suo complice? Davvero qualcuno, tra i suoi fiduciosi lettori o tra i suoi antipatizzanti, può credere che Travaglio debba delle spiegazioni soltanto perché ha avuto la malasorte di farsi piacere un tipo (Giuseppe Ciuro) che soltanto dopo si scoprirà essere un infedele manutengolo? Nessuno, che sia in buona fede, può farlo. Eppure un'"agenzia del risentimento" potrebbe metter su un pirotecnico spettacolino con poca spesa ricordando, per dire, che "la mafia ha la memoria lunghissima e spesso usa le amicizie, anche risalenti nel tempo, per ricattare chi tenta di scrollarsele frettolosamente di dosso" . Basta dare per scontato il "fatto", che ci fosse davvero una consapevole amicizia mafiosa: proprio quel che deve essere dimostrato ragionevolmente da un attento lavoro di cronaca. Cari lettori, anche Travaglio può essere travolto dal "metodo Travaglio". Travaglio - temo - non ha alcun interesse a raccontarvelo (ecco la sua insincerità) e io penso (ripeto) che la sana, necessaria critica alla classe politico-istituzionale meriti onesto giornalismo e fiducia nel destino comune. Non un qualunquismo antipolitico alimentato, per interesse particolare, da un linciaggio continuo e irrefrenabile che può contaminare la credibilità di ogni istituzione e la rispettabilità di chiunque.

mercoledì 7 maggio 2008

IL MESTIERE DEL PENNIVENDOLO

E' un mondo difficile anche per loro,lo immaginate quanti giornalisti o pseudo giornalisti cercano gloria in scoop o articoli da prima pagina. Ormai per poter leggere il proprio nome in qualche testata nazionale o anche per qualche giornaletto di circoscrizione, devi essere profondamente ANTIFASCISTA, qualche tessera di partito ma va bene anche quella del circolino arci, frequentare centri sociali di sinistra, avere il santino di Veltroni, comprare casa dal gruppo Caltagirone e soprattutto negare sempre anche l'evidenza.
E' impressionante il tam tam mediatico, si chiamano tra loro per darsi le dritte, esperti anche in foto ritocchi, l'importante è urlare più forte degli altri per essere notato e infamare con l'inchiostro il più possibile.
Fuori dalle redazioni, li vedi pieni della loro importanza, palmare pagato dall'azienda, pc portatile idem, trasferte gonfiate per esosi rimborsi, tesserino da pubblicista o ordine dei giornalisti(manco fosse quello dei cavalieri di Malta) sventolato al posto della carta d'identità,aspetto alternativo con vestiti di marca preferibilmente americaneggianti.
Vacanze in luoghi no chip, capelli rigorosamente spettinati, un blog aggiornatissimo a loro intestato, 27 carte di credito, cartoline da tutto il mondo( per i pochi fortunati),mega scooter o suv per la campagna rossoborghese.
Parlano di danni e difetti della politica e società, poi loro sono i primi consumatori che ne abusano.
E' bello fare il giornalista, tutto pagato e spesato, e nel mentre loro sputtanano e rovinano la gente modificando gli eventi e persone, loro poi si vanno a godere i benefici e benessere di questo sistema.
Scatta ora la frase"non sono mica tutti così!"ma ormai alla gente non appare differenza.
Pochi giustamente sono quelli che meritano, pochi sono quelli che muoiono pur di fare informazione ,ma ahimè sono veramente pochi.
Quanti invece affollano qualsiasi prodotto mediatico, quanti parassitano nei palinsesti, quanti godono dell'inchiostro.......poi a volte non leggi i giornali o vedi servizi tg ridotti perchè LORO SONO IN SCIOPERO.
Ah benedetti diritti, come li chiedono e li vogliono rispettati, ma quelli della gente che loro rovinano che fine fanno?

Per concludere traggo l'ennesimo esempio dai fatti di Verona, hanno affibiato tutto al VFS, li hanno additati ed ancora lo fanno come naziskin, dico le abbiamo viste le loro foto?
Poi la stessa Repubblica li intervista in carcere e viene fuori, che non appartengono ad alcun gruppo politico, che non sono naziskin........ma qualcuno vuole avvisare gli altri pennivendoli che c'è da fare ritirata sui loro servizi? No che scherziamo c'è ancora da guadagnare.