BENVENUTI

Porgo un benvenuto a chiunque passi per questa stazione nella giungla delle autostrade mediatiche.Chiunque è il benvenuto, chiunque può e deve lasciare commenti, chiunque può suggerirmi vignette a tema. Chiunque si accorgerà che la satira politica non è solo a sinistra, ma trova grande critica e conferma soprattutto a destra. Chiunque capirà che qui c'è libertà e che io ,spero, ho imparato dai maestri della sinistra.

"Questa casa è aperta agli amici, al sole , al vento" -Platone-

PIAZZA NAVONA

PIAZZA NAVONA

La rivolta degli universitari è in mano a .....

venerdì 19 dicembre 2008

NUOVA AZIONE CASAPOUND:BABBI NATALE MORTI


NUOVA AZIONE DI CASAPOUND: BABBI NATALE MORTI SIMBOLO DEL POPOLO STROZZATO DALLA CRISIUn Babbo Natale steso a terra, morto, posto al centro di una finta “scena del crimine”, con tanto di nastro segnaletico e sagoma disegnata a terra col gesso. E’ questo lo scenario dell’ultima azione di protesta simbolica messa in atto nella notte dai militanti di Casapound Italia in diverse città d’Italia. Attorno al Santa Claus assassinato sono stati disposti cartoncini con l’indicazione delle diverse “armi del delitto” con cui il sistema politico-bancario sta uccidendo il popolo italiano: affitti, caro vita, flessibilità, mutui, pensioni povere, precariato, retribuzioni basse.La protesta, che ha coinvolto centinaia di militanti di Casapound in tutta Italia, ha toccato circa quaranta città città tra cui: Roma, Milano, Bologna, Verona, Genova, Bolzano, Bari, Todi, Firenze, Torino, Sassari e molte altre. “Scopo della protesta è quello di rompere la retorica natalizia del “tutto va bene” – spiega Gianluca Iannone, responsabile nazionale di Casapound Italia – In una fase in cui si dispensano ipocritamente “consigli per gli acquisiti” di ogni genere e fattura, in un trionfo di quel regno della merce e del consumo che proprio in queste settimane entra in una crisi forse irreversibile, abbiamo simbolicamente mostrato l’immagine choc di un Babbo Natale cadavere proprio per sensibilizzare sul momento drammatico che sta vivendo il nostro popolo.Siamo stufi – continua Iannone – di leggere ovunque che ‘a Natale siamo tutti più buoni e che tutto va bene’. Non ci sembra, infatti, che in questo periodo banchieri e palazzinari siano diventati più ‘buoni’ ed i festeggiamenti stessi saranno soltanto un miraggio per migliaia di famiglie, di lavoratori e di pensionati sempre più stretti nella morsa della crisi provocata da un sistema manovrato dai soliti speculatori. Inoltre, proprio in questo momento economicamente difficile si stanno anzi chiedendo sacrifici solo e soltanto ai semplici cittadini. E questo – conclude il responsabile di Casapound Italia – è per noi intollerabile”.

mercoledì 19 novembre 2008

...ma qualcuno aveva già previsto tutto:
Elogio del marmo di Adriano Scianca -

Di che è fatta l’italianità?
- L’italianità è marmo che vince la palude .
Era chiamato così, ai tempi della Rivoluzione francese, il centro del nuovo assetto politico post-rivoluzionario. Ovvero il segmento degli opportunisti, degli ignavi, dei vili, degli indecisi. La palude è, in effetti, il luogo in cui non è possibile la decisione. Sulla palude non si può edificare, nessun eroe fondatore può tracciare il solco primigenio e dare origine ad una nuova civiltà. Nella palude si affonda, perché è il luogo dell’informe, della mancanza di solidità, è ristagnare venefico di acquitrini melmosi che non hanno la durezza e la fecondità della terra né l’inquietante e grandiosa profondità del mare. La palude può però essere vinta dal lavoro e dalla volontà umana che, annientandola, edificano un mondo propriamente umano. Può essere redenta allorché lascia il posto al marmo. L’enorme, enigmatico monolito nero che fa la sua comparsa nel bellissimo incipit di 2001: A space odyssey mette bene in evidenza questo carattere “puramente umano”. Il monolito, squadrato, geometrico, ieratico si distingue immediatamente da tutto ciò che si trova intorno ad esso, dal paesaggio pietroso e desertico, ma anche dalle stesse scimmie, ancora semplicemente e totalmente immerse nella natura. Il monolito è opera umana e forse proprio in virtù di questa sua non-naturalità esso è in grado di trasformare per sempre l’esperienza del mondo propria delle scimmie, che da quel momento scoprono lo strumento-arma e tutto ciò che ne consegue: la tecnica, la caccia, il dominio, la potenza. «Il tempio, in quanto opera, dispone e raccoglie intorno a sé l’unità di quelle vie e di quei rapporti in cui nascita e morte, infelicità e fortuna, vittoria e sconfitta, sopravvivenza e rovina delineano la forma e il corso dell’essere umano nel suo destino […]. Eretto, l’edificio riposa sul suo basamento di roccia […]. Stando lì, l’opera tiene testa alla bufera che la investe, rivelandone la potenza. Lo splendore e la luminosità della pietra, che essa sembra ricevere in dono dal sole, fanno apparire la luce del giorno, l’immensità del cielo, l’oscurità della notte». Componendo questa evocativa descrizione, Martin Heidegger ci catapulta nel cuore di una civiltà, quella ellenica, che della luminosità e della durezza fece la sua ragion d’essere. Lo stesso termine “marmo”, del resto, deriva dal greco marmaros, con il significato di “pietra splendente”. La Grecia antica era in effetti ricca di cave di marmo, con numerose varietà pregiate di marmi bianchi (pentelico, tasio, nassio, pario). In quella terra, nel momento aurorale della civiltà europea, il marmo è lo sfondo a partire da cui si stagliano gli ierogrammi che danno corpo ad un linguaggio che dice di bellezza, disciplina, sapienza e gioventù. Un linguaggio che riecheggerà, e non con intenzioni innocenti, in pieno Novecento nella luminosa evocazione del Dorische Welt compiuta da Gottfried Benn . Quando dall’Ellade l’uso del marmo si trasferisce a Roma, esso va ad alimentare una cultura “monumentale”. “Monumento” deriva dal latino monère, “ricordare”. Cultura monumentale è quindi l’anelito tragico e grandioso di una civiltà che osa sfidare l’eternità, autocomprendendosi in un sogno imperiale di sovrumana grandezza. Questo sforzo grandioso, inconcepibile in ogni orizzonte piccolo-individualista, narcisista, umanistico e “democratico”, non è altro che l’estensione al livello dell’impresa collettiva di quell’etica dell’onore che prescriva come sommo bene la “gloria-che-non-muore”. È per questo che si fondano le città, si tracciano i solchi e si creano le civiltà: non per un borghese e burocratico “contratto sociale”, ma per darsi un destino. O, come dice la Bibbia quando lancia le sue invettive contro l’avventura storica dell’uomo: per farsi un nome. Ma l’impresa imperiale non può che essere un’avventura collettiva. Roma, quindi, è sempre e comunque res publica. «Repubblica / la cosa di tutti / fa pensare a marmo e acquedotti / a città romane / costruite da gente inventiva e capace / di ispirazione / una cosa da tutti», canta SFS. E non è forse un caso che quando la regista statunitense Julie Taymor vorrà ambientare, al di là di ogni tentazione di mimetismo realista, il Titus Andronicus di Shakespeare, non troverà altra ambientazione possibile che nell’architettura realmente “tragica”, perché ispirata a tragica grandezza, dell’Eur romano. Ne uscirà fuori quel gioiello incompreso che è Titus. L’Eur, in effetti, non è altro che la pietrificazione di un’idea. Il 21 aprile 1922, pochi mesi prima della presa della capitale, Mussolini dichiarava: «La Roma che noi onoriamo non è soltanto la Roma dei monumenti e dei ruderi, la Roma delle gloriose rovine […] ma soprattutto, la Roma che noi vagheggiamo e prepariamo è un’altra: non si tratta di pietre insigni ma di anime vive, non è contemplazione nostalgica del passato, ma dura preparazione dell’avvenire». Concetti analoghi venivano espressi dall’architetto fascista Enrico Del Debbio: «Vorremo noi creare con forme nostre e sincere allo scopo, al tempo, al materiale, la Roma moderna […]. L’arte non è copia cristallizzata ma nuova creazione». L’immagine del mondo neo-romana scolpita nell’Eur, colpisce in effetti l’osservatore, soprattutto in confronto all’assenza di immagine dell’architettura “democratica”. Fanno riflettere, a tal proposito le osservazioni che Ugo Ojetti, giornalista e critico d’arte, annota nel suo diario dopo aver ascoltato dalla bocca del Duce i futuri progetti del fascismo per Roma: «Tra cinque, tra dieci, tra quindici anni […]. I ministri di una volta non potevano dire nemmeno tra un mese», scrive. C’è, in quei marmi bianchi squadrati, in quello forme “doriche”, un progettualità epocale sconosciuta alla posterità antifascista. Come osserva lo storico Emilio Gentile: «Il fascismo ebbe il culto della monumentalità come espressione collettiva di una civiltà che vuole lasciare la sua impronta nella storia sfidando il tempo, conferendole per questo un significato simbolico e sacrale». Cosa che comporterà la massima costernazione dello storico dell’arte francese Louis Gillet che, in visita alla Mostra della Rivoluzione, esclamerà, non senza una certa nostalgia per il paese della pizza e del mandolino: «E’ questa ancora Italia? E’ questa la terra dei sorrisi, del sole e della bellezza?». È la vecchia nostalgia per l’Italia serva ma simpatica, per il chiaro di luna e la torre di Pisa, con «gente in costume da bagno e occhiali di plastica, gente che si abboffa di pasta ma poi fa ginnastica, che vuole bene alla mamma e quando segna la nazionale va in crisi mistica», come canta ancora SFS. Ma ha ragione Gillet. Quella cui lui aveva avuto la fortuna di assistere era un’altra Italia e un’altra Roma. Era la Roma nuova così descritta dal senatore Vittorio Cini: «Chi venendo da Roma o dal mare si affaccerà dalla via dell’Impero […] vedrà aprirsi, fra candidi marmi e travertini dorati, la città nuova, viva d’acque e di verde; una città degna di stare accanto all’antica, ma con questo i più: che essa, nella sua cornice di severa e potente architettura, sarà atta ad accogliere la multianime, dinamica vita d’oggi e di domani». Come marmo che vince la palude.

mercoledì 5 novembre 2008

Questa è la realtà dei fatti......

Questa è la realtà e situazione. Oggi in Italia, finalmente è iniziato con volontà, il repulisti e resa dei conti di 60 anni di casta rossa. Dai ministeri, alle scuole,nella stampa e giornalismo in generale, nei tribunali, nelle piazze ormai non solo "rosse", la gente s'è letteralmente rotta le scatole di nepotismi,favori e quant'altro.Campano ancora su sto maledetto antifascismo di comodo, che maschera la vera dittatura, cioè quella rossa.A P.zza Navona volevano con prepotenza e forza riprendersi spazio in una piazza ormai stanca di loro e con il solito 300 contro 10, hanno dato il meglio di loro. Puntualmente tutti gli organi collusi con la celata ed autorizzata dittatura gli ha parato il culo e messo sulla gogna chi ha avuto il coraggio di contestarli ed affrontarli.
Nelle scuole, al di là delle riforme discutibili o meno, il problema più grosso è stato quello di andare a toccare equilibri e fondi, dove i parassiti figli e nipoti dei partigiani e soprattutto 68ini che credono nell'immortalità,hanno sguazzato fino ad oggi.
Nei ministeri ed uffici pubblici, dove i sindacalisti e compagni d'occorrenza(poichè hanno ormai una vita di benessere e privilegi), gli si toccano gli assenteismi, la meritocrazia(che non gli appartiene),fondi deviati misteriosamente da qualche parte, di terrorismo mediatico e squadristi rossi dell'informazione, di fronte alla tecnologia proposta con video sputtananti dall'altra parte, sono diventati incredibili scalatori ed arrampicatori di specchi.
Ora l'ultima perla, l'innocente servizio a CHI L'HA VISTO?, che di per se è un programma di merda e non si capisce perchè molti format li eliminano e questo invece no,con la complicità innocente della conduttrice, manda alla gogna stile Commissario Politico Comunista, video anche a rallentatore con i volti dei nostri ragazzi. Anche un bambino di due anni capirebbe che "quello è il cattivo e non bisogna accettare caramelle da lui", capirebbe che" quello va riconosciuto subito e urlare al lupo" come si conviene con i mostri. Invece quel messaggio subliminale dei compagni un po cresciutelli, è la caccia al fascio.
Beh direi estremamente grave sfruttare un programma in una rete dove si paga il canone, è estremamente grave che un programma che cerca persone scomparse, invece apre la caccia a giovani di vent'anni che rifiutano l'ideale e comportamento della giornalista in questione.E' estremamente grave che in un programma del genere, si metta una taglia virtuale sulle teste dei giovani. Io chiuderei il programma o licenzierei la conduttrice e autori, per tentata strage, perchè di tale si tratta. Senza titolo e diritto, hanno messo in pericolo la vita dei ragazzi, alimentando odio e violenza, ma tanto si sà, loro invece prendono contratti per centinaia di migliaia di euro a programma, loro quest'estate a Capalbio o in Sardegna si vanteranno della loro repressione al problema.
Allora, come dice Gabriele Adinolfi, ATTENZIONE CHE QUESTI CERCANO IL MORTO E LA SCINTILLA PER TORNARE NELLA LORO MELMA E RIFARE UN 68 CON ALTRO ESITO, LEGALIZZANDO LA CACCIA AL FASCIO NEMICO DI QUESTA NAZIONE.I veri nemici sono loro, che ci hanno martellato i coglioni con le loro propagande e poca voglia di cambiare, loro che ci hanno schiacciato all'angolo monopolizzando piazze e posti chiave, loro che silenziosamente con le BR, con gli attentati, con le loro caste, ci hanno sistematicamente segato le gambe ed imposto la loro ideologia e subcultura.
IO ME NE FREGO!

Vogliono il morto. Ognuno di noi può impedirlo

Fate circolare ovunque, fino alla nausea!www.noreporter.orgVogliono il morto! Che a volerlo siano i “rivoluzionari” frustrati dalla perdita di ogni consenso e addestrati dai loro seminari politici all'eliminazione degli avversari è quasi normale. Non è normale, non è usuale, non è ammissibile, non accadeva neppure negli Anni Settanta, quello che alcuni fiancheggiatori, protettori e complici dei frustrati dei Centri Sociali e di Rifondazione stanno oggi facendo. Non è accettabile che escano articoli compiacenti con i facinorosi, gli aggressori, i mazzieri stipendiati dai partiti, che alcune testate nazionali (Corriere della sera, Repubblica) hanno pubblicato. Non è immaginabile che si lascino esporre all'università liste di proscrizione con nomi e foto degli obiettivi da colpire, com'è accaduto lunedì mattina. E questo all'indomani di una prima serie di aggressioni commesse in Italia condite dall'improvviso apparire di attentati vari su obiettivi diversi. Uno scenario fosco che si ripete. Permettere tutto questo significa, esattamente come trentacinque anni fa, alimentare la spirale anziché interromperla. Non è perdonabile che, trentacinque anni dopo, per un calcolo politicante da quattro soldi, ci sia chi, come Di Pietro, ripercorre la strada di Giacomo Mancini ammiccando a quelli che “uccidere un fascista non è reato”. Mancini se ne pentì, ma era troppo tardi. Di Pietro magari se ne pentirà anche lui ma già adesso non ha scuse perché egli ha davanti agli occhi il precedente del sangue che scorse a fiumi a causa della copertura politica al nascente terrorismo che il dirigente socialista di allora, come l'idv di oggi, non aveva saputo - o voluto - vedere. Gravissimo; ma paradossalmente nella gravità siamo già andati oltre. Alla Rai nella serata di ieri è stato mandato in onda un filmato forse fornito proprio dal Blocco Studentesco e sono stati incredibilmente fissati dei fermo-immagine su studenti del Blocco Studentesco con la richiesta: “Sapete chi sono? Come si chiamano? Dove abitano?”. Poiché il Blocco che non ha niente da nascondere ha fornito molti filmati ai media, e poiché i volti e i nomi di ragazzi che fanno politica e chiedono regolari permessi sono noti alla polizia, quest'appello non può avere altro effetto se non quello di scaldare gli animi di chi già viene aizzato sul terreno incosciente dell'antifascismo militante dalla segreteria di un partito che non ha più alcun argomento politico e non avrà altra conseguenza se non quella di far capire a chi partecipa alla caccia all'uomo che gode di una copertura articolata e diffusa. Se non li si ferma subito non tarderanno ad assassinare! Certo, come primo atto sarà denunciato legalmente chi usa la televisione come uno strumento personale e mette a rischio l'incolumità degli studenti, ma non basta. Urge una presa di posizione ferma da parte dei giornalisti e sono indispensabili le interrogazioni parlamentari. Trentacinque anni fa si preferì lasciar divampare l'incendio ma stavolta, per fortuna, non ci sono solo piromani. Ma un pompere che dorme diventa incendiario a sua volta. Non si sottovaluti il pericolo e non si frappongano indugi! Neutralizziamo i mandanti e facciamolo subito!
Gabriele Adinolfi

giovedì 30 ottobre 2008

E' giunta la resa dei conti con la verità

Oggi a 38 anni, come la generazione dei miei genitori, come la nuova generazione di Piazza Navona, vengono a galla decenni di infamia.
Un ministro nano alto 1 metro e 20,Brunetta, ha la forza di davide contro Golia, dove Golia è il risultato dei favori e privilegi dei reduci partigiani, dei loro figli e dei figli dei figli più gli emulatori.
Dall'impiego statale, dai sindacati,dalle scuole, dalle università, con le nuove riforme(discutibili) il nocciolo è uno, vengono messi alla luce decenni di sottobosco e loschi affari della sinistra italiana.
Dai controlli ai posti di lavoro, dall'inutilità delle attività sindacali, dai ritocchi ad una scuola ormai stanca e becera piena di orgoglio 68ino.
La verità è una, si sono accorti che chi non la pensa come loro, ha la stessa necessità e voglia di comunicare e manifestare in piazza, c'è voglia di produttività e poche parole, c'è voglia di fare senza essere manipolati e boicottati continuamente.
Ieri dopo i fatti di piazza Navona, si vedono nettamente gli schieramenti più interessati:
-Giornalisti
-Professori e luminari del 68
-Studenti ormai 30/40enni di sinistra
-sciacalli dediti allo spettacolo
-Forze dell'ordine ormai inermi contro i baroni del potere

Il tutto prontamente preparato ad arte per ribadire una supremazia ormai persa.
Aggiungiamo anche Grillo.

Tutti ai posti di combattimento!

Forse non tutti hanno colto la portata e l'importanza di quanto si sta svolgendo intorno all'aggressione degli studenti ieri a Piazza Navona da parte dei vigilantes di Rifondazione Comunista.Sono in gioco - disperatamente - tutte le certezze del vecchio regime.- Si vuol far credere che gli studenti e tutte le fasce sociali che protestano stiano a sinistra, che non è vero.- Si vuol far credere che gli studenti e tutte le fasce sociali che protestano siano schierate con Draghi contro Berlusconi, che non è vero- Si vuol far credere che i fascisti siano violenti, che non è vero, non tanto al fine di criminalizzarli quanto a quello di riapplicare il metodo degli anni 60 di spezzettare il fronte non marxista per indebolirlo- Si vuol far credere che le vecchie cariatidi stipendiate da fondi pubblici che giocano a fare i "rivoluzionari" siano ancora rappresentanti del movimento e interpreti dell'attualità, che non è vero.L'operazione di Piazza Navona (edizione rovesciata della spedizione della Sapienza di 40 anni fa) è stata orchestrata a tavolino e gode dell'utilizzo militante, anzi militare, di apparati di disinformazione.Bisogna assolutamente essere all'altezza dei tempi e non rispondere con i riflessi condizionati.Abbiamo dalla nostra:- I filmati integrali che dimostrano inequivocabilmente quello che è successo- L'opinione pubblica diretta (ovvero gli studenti e i residenti in Piazza Navona)- La ricostruzione dei fatti da parte della Questura.Rispetto agli anni che si vorrebbero riproporre ci sono delle differenze essenziali che dobbiamo capitalizzare- La tecnica che consente di documentare la realtà e di far circolare i documenti che neutralizzano la disinformazione- Il ruolo politico: oggi siamo parte politica attiva nella società e nel movimento di cui rischiamo di essere maggioritariNon ragioniamo allora con vittimismi da ghetto accerchiato!Bisogna agire, tutti, ogni istante. La battaglia della verità ha, oggi, un valore politico incommensurabile.Tutti ai posti di combattimento!

sabato 6 settembre 2008

Attentato al Circolo Futurista Casal Bertone

'Ecco i frutti avvelenati dell'odio di Russo Spena e compagni' Così Gianluca Iannone, presidente di Casa Pound Italia, sull'attentato che, ieri notte, con l'apposizione di un ordigno incendiario ad alto potenziale, ha gravemente danneggiato la sede del Circolo Futurista Casalbertone. 'Dopo la conclusione fallimentare del loro periodo di governo, dopo aver deluso le aspettative di lavoratori, precari, giovani, studenti ed anziani, dopo aver ricevuto una sonora bocciatura dal popolo, si aggrappano disperatamente al vecchio caposaldo dell'antifascismo, ricollegando strumentalmente fatti di sangue che con la politica centrano poco e nulla, all'attività di tutte quelle centinaia di ragazzi che, privi di un feroce indottrinamento e scevri da clientelari condizionamenti politici, si impegnano ognni giorno e senza alcuna contropartita' Continua Iannone 'Indefinibili sono le parole della madre di Renato Biagetti, la quale si permette di collegare fatti di strada con l'esperienza delle occupazioni non conformi e di quelle a scopo abitativo, colpevoli sono le parole di tutti coloro che soffiano sul fuoco dell'antifascismo; loro sono i mandanti morali di questo attacco che avrebbe potuto costare la vita a ragazzi e privati cittadini residenti nello stabile, dato che le fiamme sono arrivate al primo piano del palazzo' Conclude Mauro Antonini, responsabile del circolo augurandosi che 'la stessa solidarietà mostrata nei confronti del giovane aggredito pochi giorni fa a San Paolo, venga ora espressa dal Sindaco nei nostri confronti e nei confronti di tutti gli abitanti che hanno vissuto una notte di terrore'.

C'è maretta a sinistra allora istighiamo la piazza

Ci siamo è il D-Day dello sputtanamento pubblico.
Pubblicano intercettazioni di Prodi, s'accusano tra loro nel congresso PD, se cercano soldi spariti, ma che succede?
Stanno senza far niente e non sono più in prima pagina? Cercano fondi che prima avevano ed ora stanno a secco?
L'hanno cacciati dai salotti bene e intellettuali?
Nun contano più una mazza neanche per le raccomandazioni?
Allora tornano a parlare di antifascismo, condannano le pseudo aggressioni, rinfuocano le piazze
e nel mentre........ritornano al vecchio mestiere dei nonni, fare i partigiani, e mandano i nipotini a bruciare circoli di destra, pardon "fascisti".
Il CFCB di CasalBertone.

Solidarietà ai fratelli, pannocchie per gli inutili.

mercoledì 3 settembre 2008

STRANAMORE

Sempre chapeau per Gabriele Adinolfi, sempre un piacere leggerlo........


Gli Stati Uniti vogliono una guerra importante se non addirittura la guerra. Vogliono come sempre una guerra combattuta quasi interamente da altri che li aiuti a indebolirne la crescita (in particolare quella europea e quella russa), che permetta loro di non farsi scavalcare durante la difficile crisi che attraversano e che, tra riarmi, distruzioni e ricostruzioni, rilanci la macchina dell'economia. La Russia si muove molto beneLa Russia finora si sta muovendo bene; con i muscoli e con il cervello. La stessa piccola Europa chiusa a tenaglia tra servi e aspiranti protagonisti se la sta cavando niente male. A ogni provocazione americana i russi rispondono con toni allo stesso tempo fermi e distensivi. Fanno affidamento sia sugli interessi altrui, in particolare quelli europei, che sulle paure dei guerrafondai. Così da un lato fanno capire a chi li vuole aggredire come stanno le cose: sono partiti con la minaccia di chiusura delle rotte per l'Afghanistan e con quella di espulsione delle basi Nato dall'Asia Centrale, hanno proseguito con l'ipotesi di armare di SS21 la Siria se gli Usa armeranno Polonia e Repubblica Ceca. L'altro ieri l'agenzia Reuter riportava che il generale Nikolaj Patruschev, segretario del consiglio per la sicurezza russa, e Igor Sechin, vice-primo ministro, si sono incontrati con il presidente di Cuba Raul Castro, per ripristinare la tradizionale alleanza tra i due Paesi con una cooperazione a tutto campo, che prevede tra l'altro l'installazione sul territorio cubano di batterie di missili balistici. Subito dopo Putin ha comunicato alla stampa che la Russia estenderà queste relazioni ad altri Paesi ostili agli Stati Uniti. Bastone e carota: di ieri la notizia (non sorprendente per i lettori di Orientamenti & Ricerca) di una proposta di stretta cooperazione russo/tedesca. Insomma Mosca non scherza e ribatte colpo su colpo sicché gli Usa, costantemente neutralizzati, non sono riusciti ad ottenere l'unanimità non solo presso la UE ma neppure in sede Nato.Gli Usa inseguono una guerra anche alla ciecaAl momento si dovrebbe parlare di secca sconfitta del loro piano di guerra. Ma sarà davvero così? Il Pentagono e Wall Street si arrenderanno e ci eviteranno guerre diffuse se non rischi di un conflitto mondiale? Difficile darlo per scontato perché quando c'è volontà di destabilizzazione e si hanno a disposizione le risorse finanziarie e militari, nonché forti elementi di ricatto su economie e classi politiche, se non è da una parte sarà dall'altra ma alla fin fine si riesce ad appiccare il fuoco. Per esempio l'altro giorno alcune agenzie stampa presentavano il seguente comunicato: “Gli Stati Uniti attaccheranno i siti nucleari iraniani nelle prossime settimane. Lo hanno appreso i servizi di intelligence olandesi (AIVD), che sono stati costretti a interrompere una loro operazione per sabotare il programma nucleare iraniano proprio in vista dell'imminente attacco. La notizia è stata diffusa dal quotidiano olandese De Telegraaf, e ripresa dai media israeliani. Secondo il giornale olandese, che cita fonti ben informate, l'operazione dell'AIVD si stava svolgendo con "successo", ma è stata bruscamente interrotta perchè gli obiettivi dell'attacco americano sono connessi all'azione di spionaggio olandese". L'Iran o la Georgia, o la Polonia o la Siria o CubaL'Iran, a leggere queste note senza alcuna dietrologia, si aggiungerebbe così alla lista dei pretesti di guerra generalizzata che già include Georgia, Polonia, Siria e Cuba. Una mossa così disperata, chiediamoci, quanto però è credibile? Tra la colonna dei pro e dei contro per gli Usa la lancetta tenderebbe al passivo. Il pericolo nucleare iraniano serve loro per gustificare lo scudo stellare e sarebbe difficile convincere gli europei a dotarsene se le centrali iraniane saranno state spazzate via prima da un raid americano. Inoltre vanno considerate le conseguenze di posizionamento; l'Iran oggi è in buoni rapporti soprattutto con la Cina, che non a caso non sostiene la Russia in Georgia e sta prendendo anche pian piano le distanze dalla coperazione eurasiatica. La Russia poi ha buoni rapporti con un rivale storico importante dell'Iran, l'Arabia Saudita. Un bombardamento rischierebbe di rinsaldare certi rapporti che vanno sfibrandosi, rafforzando proprio i russi, oltre a togliere agli americani un ottimo pretesto per imbrigliare l'Europa. Inoltre renderebbe molto più difficile il progetto caro a Wasp e Tel Aviv di attivazione della pipeline dall'India a Israele attraverso i territori iraniano e turco. Per non parlare delle conseguenze che ne verrebbero nello scacchiere afghano.Convergenze e conflittualitàL'interesse americano sarebbe davvero salvaguardato con quest'azione? Ne dubito. Semmai potrebbe essere accolta bene da ambienti israeliani. E anche qui è da vedere. Non è un mistero che da una trentina di anni in qua, odi, minacce ed insulti a parte, tra i due rivali c'è un interesse comune o quantomeno complementare, ai danni del mondo arabo e delle cause laiche. Tant'è che commerci leciti e illeciti sono fioriti tra i due Paesi e tuttora proseguono; e questo senza contare le alleanze operative nello smembramento dell'Iraq. Non che i due soggetti si amino, essenzialmente si detestano così come avvenne per decenni tra americani e sovietici che però continuarono ad essere complici e a fare affari in comune ai danni di tutti. E' solo quando la comunanza d'interessi diviene inferiore alle cause di rivalità che i sodalizi fattuali si spezzano e che si passa all'antagonismo. Accadde tra Usa e Urss dopo circa settant'anni di cooperazione, accadrà prima o poi tra Tel Aviv e Teheran. Tuttavia non siamo ancora giunti a questo punto benché l'ipotesi di un altro stato nuclearizzato nell'area non possa essere accettato dallo stato ebraico. Perché non si sa mai come evolveranno le cose; magari proprio un governo più “moderato” potrebbe maturare in futuro in Iran un'ostilità tangibile per gli altri estremisti del Libro. Ma tempi e modi d'intervento per contrastarlo sono infiniti e potremmo enumerare diversi generi di sabotaggio, cosa che ovviamente non faremo anche se non è pensabile che il più bellicoso Stato del mondo abbia bisogno di rubarci dei suggerimenti. Fatto sta che, vista la questione cardine di oggi che è quella dei gasdotti e degli oleodotti dall'Asia centrale, non sarebbe cosa troppo sensata spostare gli iraniani nel campo sostanzialmente e non solo verbalmente avverso: potrebbe rivelarsi una mossa suicida. A rigor di logica concluderemmo, quindi, che non ci saranno attacchi in quella direzione; dunque propendo ancora una volta per il no. Del resto questo genere di allarmi non è nuovo; sono anni che escono notizie in tal senso e che riguardano attacchi all'Iran, alla Siria o all'Egitto e in genere non li ho presi sul serio. Ora tutto è possibileChi mi abbia seguito sa bene che non vi ho mai dato peso e che ne ho sempre sorriso; eppure oggi rinuncio alla tentazione di cestinare l'ennesimo allarme e lo prendo in considerazione perché per la prima volta sono, sia pur moderatamente, possibilista in quanto la disperazione bellicista potrebbe scaturire persino in un simile escamotage irrazionale pur di trovare un qualsiasi luogo di sfondamento. L'ordine di priorità ovviamente è ben altro, ma se di notte tutti i gatti sono bigi, allora oggi l'Iran vale la Georgia, la Polonia, la Siria, Cuba e chissà quale altro pretesto. Perché l'impressione – tutto sommato assai piacevole - che si ricava da tutta la gestione americana della crisi è proprio quella di mosse dettate dalla disperazione. La guerra preventiva che da dieci anni gli Usa hanno mosso all'Europa, alla Russia e al mondo arabo ha finito con l'indebolire proprio l'influenza americana. Putin e l'Euro, ovvero i frutti diretti o indiretti di Kohl e di Mitterrand, hanno messo il gigante in un angolino e questi ora cerca di colpire all'impazzata. In sessantatre anni, a parte la retorica e la propaganda, è solo la seconda volta che siamo a rischio di guerra mondiale. La prima risale al 1962 e si riferisce ad una situazione molto simile a questa; la tensione rischiò di esplodere quando, rispondendo alle installazioni balistiche americane in Turchia, la Russia sovietica armò di missili Cuba. Sta accadendo la medesima cosa, solo che al posto di Ankara c'è Varsavia e che la Russia non è più comunista e, soprattutto, (ma forse si potrebbe dire: proprio per questo) non dipende più dalle banche americane. Il che rende gli Usa più furiosi e, altra differenza rispetto ad allora, oggi ad essi la guerra fa comodo e quindi possono scatenarla. Non è ancora l'esito più probabile della loro libido incendiaria ma è ben possibile; possono farla divampare ovunque, con qualunque pretesto. Il guaio, ricordiamocelo sempre, è che noi, non ancora mondati dalla nostra vergogna settembrina di sessantacinque anni fa, ci troviamo ad essere legati per trattato di vassallaggio ai guerrafondai e quindi, a rigor di logica, se e quando la scatenessaro dovremmo andare a combattere per loro e ai loro ordini una guerra che essi muovono proprio contro di noi, per impedirci di rimetterci in piedi. Siamo prigionieri di questo ignobile paradosso dal quale alcuni hanno tentato di gettare le premesse per tirarci fuori: Anfuso, Gronchi, Mattei, Craxi. Ma ci siamo ancora dentro, col cappio al collo e il fango che c'insozza dal basso. Dio stramaledica i Savoia e tutti i loro compagni di merenda e di prostituzione! Gabriele Adinolfi

venerdì 29 agosto 2008

Ancora Intercettazioni ancora ipocrisia

Appena esce il sacrosanto diritto del pennivendolo del sistematico "sputtanamento" mediatico delle quattro chiacchere coll'amico arriva subito la dura condanna di chi campa sulle chiacchere.
Allora mi chiedo per noi comuni mortali, vittime plebee delle caste aristocratiche e borghesi dei colli alti,allora dico:
"Fateci sollazzare anche a noi con le nostre misere chiacchere gossippiane.
Fateci capire come dovremmo fare per arrivare a fine mese, noi bipedi popolari Nonpensanti, schiavi della vostra ipocrisia affarista, allora fateci partecipi dei vostri intrallazzi, fateci sognare un po anche a noi. Invece......arrivano i soliti salamelecchi SOLIDALI, di chi prima si scannava per queste cose ed ora invece li ACCOMUNA."
Ecco alcune dichiarazioni del PDL in solidarietà a chi c'ha affossato schiacciato il capo al suolo per mero affarismo Rosso.

Berlusconi: solidarietà a Prodi, intervenga il Parlamento.
Berlusconi: «La pubblicazione di intercettazioni telefoniche riguardanti Romano Prodi, a cui va la mia assoluta solidarietà, non è che l'ennesima ripetizione di un copione già visto. È grave che ciò accada e il Parlamento deve sollecitamente intervenire per evitare il perpetuarsi di tali abusi che tanto profondamenteincidono sulla vita dei cittadini e sulle libertà fondamentali»
La Russa: «Se le colpe di Prodi fossero queste...»
La Russa:«Se le colpe che gli italiani attribuiscono a Prodi fossero quelle di aver fatto anche lui qualche raccomandazione, posso assicurare che oggi sarebbe ancora presidente del Consiglio»
Cicchitto: «Ancora in tempo per fare una legge». «Siamo sempre in tempo per varare una legge che blocchi realmente questo gioco al massacro»«Francamente - prosegue l'esponente del Pdl - diamo alla pubblicazione di queste intercettazioni telefoniche di Romano Prodi lo stesso valore del tutto negativo che abbiamo dato quando sono state pubblicate le intercettazioni di altri esponenti politici di opposto segno. Esse mettono in evidenza un unico dato, e cioè che rispetto alla quotidianità della gestione politica ed amministrativa nessuno può dare lezioni ed impancarsi a maestro». «Certamente - conclude Cicchitto - non potranno alzare la voce quei farisei che su alcune intercettazioni di colloqui telefonici hanno imbastito attacchi politici ed un autentico linciaggio in sede Rai con procedure medioevali di scientifica distruzione della privacy».

Prodi. L'ex premier si è detto invece contrario a una legge sulle intercettazioni che limiti i poteri di indagine attribuiti ai magistrati, «nessuna contrarietà» a che «tutte le mie telefonate siano rese pubbliche», ha detto Prodi.

fonte Il Messaggero.

CHE IPOCRITI!

domenica 3 agosto 2008

STRAGE DI BOLOGNA - IANNONE : IL GOVERNO SI ADOPERI PER FAR RIAPRIRE IL PROCESSO

“A 28 anni dalla più efferata strage compiuta sul suolo italiano, 85 vittime, centinaia di familiari, centinaia di ragazzi colpiti dalla repressione per l’unica colpa di far politica, tre innocenti ingiustamente condannati, uno dei quali tutt’ora detenuto nel carcere romano di Rebibbia, aspettano ancora la verità che indichi esecutori e mandanti”.

A dichiararlo è Gianluca Iannone, presidente di Casa Pound Italia e portavoce delle OSA – Occupazioni a Scopo Abitativo – in occasione del ventottesimo anniversario della strage di Bologna. “Le dichiarazioni di innocenza non si contano più e coprono l’intero arco costituzionale. Personaggi autorevoli nel mondo della politica, della magistratura, del giornalismo di inchiesta, hanno avanzato dubbi più che fondati su una sentenza dal chiaro sapore di copertura”.

Continua Iannone ricordando che “ogni anno nuove dichiarazioni, siano esse ascrivibili a terroristi internazionali quanto ad ex alte cariche istituzionali dello Stato, aprono piste diverse e, certamente, tutte più credibili di quella descritta nella vergognosa sentenza di condanna”. Conclude Iannone “sfido chiunque a trovare qualcuno che sia disposto ad affrontare un pubblico dibattito sostenendo le ragioni della colpevolezza dei tre condannati; sfido chiunque ad individuare qualcuno che, pubblicamente, motivi le ragioni per le quali Luigi Ciavardini debba, nel 2008, essere detenuto per un reato che, agli occhi di tutti, ha il chiaro sapore della ragion di stato

lunedì 28 luglio 2008

L'OCCASIONE E' STORICA

Pubblico l'ennesimo intervento brillante di Gabriele Adinolfi, merita una lettura attenta....

http://www.noreporter.org/ Bisogna dare un segnale forte contro la norma che penalizza i precari. Serve un intervento che sia non soltanto d'impatto ma che abbia una sua precisa direzione strategica; non l'istrionismo, né l'autocelebrazione: queste tentazioni tipiche delle comitive dei “duri e puri” di ghetto sono stucchevoli e inutili. E' necessario un gesto eclatante nell'immediato ma è d'obbligo, poi, una continuità politica intelligente che sia costruttiva e non si perda su terreni minati e avvelenati.
Vediamo cosa accade
Innanzitutto va capito bene quanto accade, che non è un fatto italiano ma interno alla ristrutturazione internazionale. E' plausibile (anche se da parte di Sacconi sa un po' di scusa) che le norme anti-precari siano passate per un blitz parlamentare contro il volere del ministro. I deputati, mediamente, non hanno però l'intelligenza, la cultura e l'autonomia per promuovere questo genere di azioni; ergo la disposizione è venuta dall'alto e non solo da Confindustria. La ristrutturazione italiana oggi in atto – con tutte le potenzialità nuove che offre sia in positivo che in negativo – obbedisce a delle direttrici precise; una di esse è la sottomissione totale del salariato. Altrove (Francia, Inghilterra) il processo è già in fase avviatissima e sappiamo quali ne sono le immancabili conseguenze: frattura generazionale, precariato continuo, obiettivi di pensionamento futuro oramai chimerici per gli odierni under 30, svuotamento dei risparmi familiari per il mantenimento dei giovani lavoratori a tempo. C'è poi da prevedere lo scontro tra generazioni (che stavolta si annuncia reale e cruento) e la proletarizzazione massiccia. A tali minacce si risponde con la concertazione aziendale e con l'ipotetico interventismo statale che deve, però, fare a sua volta i conti con il monetarismo che detta le condizioni e contro il quale, giustamente, Tremonti suona il campanello d'allarme proprio per fornire alla politica gli strumenti d'intervento.
Il serrate dei parassiti
Cogliendo l'occasione i sindacati chiameranno a raccolta, e con essi lo faranno il Pd, Idv e l'Ucd. Il loro serrate avrà due soli obiettivi: dare un segno alle basi da essi abbandonate e, soprattutto, cercare d'impedire al Berlusconi quater di smantellare le loro nomenklature; cosa che accadrà puntualmente se le pseudo opposizioni dovessero subire senza segnare punti i due prossimi autunni sindacali. I sindacati chiameranno a raccolta ma per prendere in giro. Altrove si è già visto qual è stata la posta per cui si sono battuti e che si sono aggiudicati: la garanzia di pensione per i prepensionandi e alcuni riconoscimenti ad personam e a categorie privilegiate: il resto, tutto il resto, a cominciare dai giovani precari lo hanno sacrificato senza batter ciglio. Inoltre i sindacati si stanno attrezzando per diventare una specie di associazione consumatori global; è la strada intrapresa nel mondo Wasp ed è quanto faranno anche qui da noi.
Soli o con alleati sceltiAttenzione quindi a non sbagliare alleato e slogan. Difendere lo stato sociale, ad esempio, è una parola d'ordine errata. Lo è perché non si tratta di difenderlo ma di costruirlo; lo è perché lo stato sociale è morto nell'assistenzialismo clientelare, nelle lottizzazioni, nelle sperequazioni di categorie e di partito che sono il prodotto della gestione sindacale del dopoguerra. Lo è perché lo stato sociale è morto per i serrate salariali dei sindacati che contribuirono a far crescere il costo della vita, facilitando il consumismo da oltreoceano, e ad incoraggiare la delocalizzazione; perché i sindacati dal dopoguerra ad oggi sono stati l'arma più efficace delle Multinazionali e il peggior nemico dei lavoratori. Attenzione quindi, nel prendere posizione (se qualcuno lo farà in modo diverso dalle chiacchiere): non si sostenga mai la nomenklatura sindacale e non ci si lasci ingannare pensando che essa difende quanto resta dello stato sociale. Non è vero e crederlo significherebbe lasciarsi strumentalizzare una volta di più dalla parte sbagliata. Viceversa le azioni, sul breve, vanno prese o in solitudine o, meglio ancora, in concerto con piccole strutture sindacali non totalmente omologate; questo non tanto per il risultato in sé quanto per le prospettive.
Reagire non serve, agire sì
Il risultato in sé non ci sarà, a meno che non sia precisa volontà di parte dell'establishment italiano portarlo a casa. Altrimenti, ed è quanto è più verosimile, assisteremo alla solita commedia: un serrate indurrà quasi certamente il governo a cambiare la norma, dopodiché la norma sarà nuovamente applicata in sordina e quelli che avevano alzato la voce, già comprati nel frattempo, staranno zitti. E se qualcuno non si fosse lasciato comprare (o più verosimilmente non avesse ricevuto l'offerta) una seconda mobilitazione non potrebbe che essere più debole della prima e una terza, eventualmente, si dimostrerebbe impossibile. Oramai lo abbiamo imparato tutti (lo abbiamo imparato?): la reazione funziona così: quand'anche vincesse una prima volta, perde successivamente, perché la storia la fanno le minoranze agenti e mai i reagenti. Ergo: la difesa dei diritti dei precari sarà del tutto inutile se non sarà inserita in una concezione strategica che vada ben al di là dello specifico e che punti, non già alla “difesa dello stato sociale” (lo abbiamo spiegato sopra) bensì all'affermazione di un soggetto sociale volto al futuro.
Corporazioni, cooperative, autonomie,
partecipazione ed EuropaOrbene è proprio questo futuro che c'interessa. Tale futuro passa, obbligatoriamente, per un periodo drammatico e sconvolgente, e non solo dal punto di vista sociale. A meno di ipotetiche implosioni (rispetto alle quali c'è poco da organizzarsi) gli spazi della politica e dell'economia andranno al tempo stesso continentalizzandosi e internazionalizzandosi. I sindacati hanno scelto l'internazionalizzazione (leggi l'incetta per la spartizione delle quote d'iscrizione dal Terzo Mondo: sono queste la loro tangente endemica) ma nessuno sta attrezzandosi per il momento in cui il riallineamento della politica all'economia detterà nuove norme a livello continentale. Prima che la nuova realtà si sedimenti e si sclerotizzi con l'avvento di nuove nomenklature alla Cgil, la concertazione passerà per un certo periodo per il diretto interventismo statalista. Dunque sarà possibile, per chiunque si organizzi in tal senso, far saltare il tappo delle deleghe e imporre direttamente (quindi con ritorno concreto) la voce delle autonomie. Le autonomie, liberatesi dal fardello elefantiaco del sindacalismo clientelare, potranno non soltanto proporre e magari imporre - ad un potere politico reale e non fittizio come l'attuale microstatale – leggi e norme ma potranno articolare le corporazioni a dimensione europea e, al tempo stesso, proporre e realizzare forme di cooperativismo o di aziendalismo autonome e partecipate. Questo non è uno slogan né un sistema immaginario: è un progetto di massima che si può – meglio sarebbe dire si deve – realizzare da ora.Così e solo così l'impegno – effimero – in difesa dei diritti dei precari ha senso politico e non soltanto estetico. Così si spiegano le scelte di campo nella battaglia tattica per il precariato.
Non contro ma per
Mai con i sindacati ufficiali, anzi possibilmente contro di essi. Non “in difesa dello stato sociale” che non c'è da tempo, ma per la creazione di un nuovo ed organico sistema sociale. In alleanza tattica, eventualmente, con qualsiasi sindacato autonomo o eterodosso. Per la costituzione di realtà in divenire, in uno spirito di sintesi neoperonista, nella visuale di una concertazione europea che conceda, a chi se li saprà conquistare, spazio e peso, garantendo autonomie, partecipazione e corporazioni in una formula aggiornata del sindacalismo rivoluzionario. In avanti e non indietro; all'attacco e non in difesa.Gabriele Adinolfi

sabato 26 luglio 2008

Arrivano le elezioni europee

Bene siori e siori ricomincia il teatrino dei fantapolitici dell'ultimo minuto per le elezioni europee.
Allora siamo pronti alle false promesse? Magari raccogliendo le ultime di Aprile altro che Saga e Fantasy, qua scattano gli Oscar.
Già immagino ,dopo il repulisti dei minori, che tipo di racconti vadano inventati, che tipo di ripescamenti vadano fatti o magari che tipo di travestimenti stile Batman o Superman.
Io già sento e fiuto azioni di riappacificamento addirittura oltre le barriere pregiudiziali.
Vedo all'orizzonte matrimoni futuribili tra rossi e neri, cavalieri rivestiti di acciaio che abbattano i draghi, falsi popolani dal naso arcigno che per meri affari vengono allontanati definitivamente dal pianeta "politica".
Allora siori e siore, mettetevi comodi sulle vostre poltrone, pop-corn al seguito con bibita ,inizia lo spettacolo.
Buona visione ed un forte DAJE!

sabato 7 giugno 2008

CASAPOUND....LA NOSTRA LOTTA

Allego programma e battaglie specifiche di CASAPOUND ITALIA, si può vedere tranquillamente sul sito che vi consiglio www.casapound.org quando il pensiero diventa azione. ONORE A CASAPOUND!


1. Per la riconquista nazionale. La nazione italiana deve tornare ad essere un organismo avente fini, vita e mezzi d’azione superiori, per potenza e durata, a quelli degli individui, divisi o raggruppati, che lo compongono. Deve tornare ad essere una unità morale, politica ed economica, che si realizza integralmente nello Stato.Lo Stato che vogliamo è uno Stato etico, organico, espressione e riferimento spirituale della comunità nazionale. Il suo primo compito è quello di riaffermare e riconquistare la sovranità e l’autonomia minacciate da poteri forti, di natura privata ed internazionalista.
2. Per la sovranità popolare, contro i Poteri Forti.Nella fase attuale, detta di “Globalizzazione” si assiste ad una vertiginosa presa di potere di strutture sovranazionali, internazionaliste, di natura privata, che impongono una dittatura di classe sulla nazione, svuotano di autorità le istituzioni e privano i cittadini di ogni forma reale di partecipazione e decisione nella vita pubblica e politica. Rivendichiamo il riscatto dell’idea romana di cittadinanza contro la riduzione allo stato di sudditi. Sovranità popolare e nazionale!
3. Per un controllo pubblico delle banche.L’emissione della moneta è stata scippata alla Comunità Nazionale a favore di gruppi privati che espropriano il bene pubblico con privatizzazioni pilotate, tengono sotto strozzo i cittadini, distruggono il risparmio, moltiplicano il debito e devastano lo Stato Sociale.Le banche – tutte private! – sono diventate inoltre un organo di controllo e di riscossione delle tasse.Contro il vampirismo finanziario, proponiamo:- Sovranità nazionale sull’emissione delle banconote.- Proprietà Statale di BANKITALIA.- Controllo politico sulla Banca Centrale Europea da parte della Comunità Europea.- Istituzione di una Banca Nazionale Etica.- Messa fuorilegge dell’usura intesa come crimine contro l’umanità.
4. Mettiamo il guinzaglio alle Multinazionali e rilanciamo la produzione italiana ed una Europa AUTARCHICA.Le crisi economiche sono in massima parte dovute alle politiche anarchiche delle Multinazionali e al falso mito del Libero Mercato. La dittatura del WTO (organizzazione internazionale che impedisce lo sviluppo di politiche economiche a favore della propria nazione) ci obbliga a subire la disoccupazione, la precarietà, la proletarizzazione e l’immigrazione forzata e incontrollata. Noi crediamo al contrario in una Europa forte, Autarchica, che abbia un proprio mercato interno regolato dalla politica, che non esponga i lavoratori europei alla concorrenza di paesi le cui popolazioni non hanno le stesse tutele, orari di lavoro e salari dei lavoratori europei.Contro il Frankenstein delle Multinazionali proponiamo:- Politica autarchica integrata nell’area europea.- Protezione dei mercati nazionali dalla concorrenza di chi sfrutta la forza-lavoro (vedi Cina e articoli delle Multinazionali prodotti nel Terzo e Quarto Mondo) ovvero impedire il commercio con quelle nazioni in cui i lavoratori non hanno le stesse tutele e garanzie dei lavoratori europei.- Istituzione di un’autorità di regolamentazione delle pressioni del Libero Mercato.- Rilancio della produzione nazionale, impedita d’autorità dalle dittature del WTO.- Bloccare le delocalizzazioni: a chi chiude in Italia per spostare la produzione all’estero deve essere impedito di rivendere i suoi prodotti in Italia.
5. Contro la società multirazzista, fermiamo l’immigrazione obbligata e la guerra tra poveri.La “globalizzazione”, ovvero la dittatura delle Multinazionali, non crea disastri solo da un punto di vista economico e sociale, ma anche umano. Prima della presa di potere delle Multinazionali, per esempio, l’Africa sopperiva ai suoi fabbisogni alimentari autonomamente per il 98%: oggi è alla fame. Si riversano, di conseguenza, in Europa e in Italia milioni di diseredati, affamati e disperati.La politica nei confronti di queste ondate è assurda. Organismi privati, intrisi di pregiudizi ideologici o religiosi (comunisti, progressisti, Caritas ecc) alimentano una guerra tra poveri offrendo favoritismi agli immigrati rispetto agli italiani poveri e realizzando, per compensazione, un’ulteriore ingiustizia che si manifesta in sovvenzioni pubbliche, assistenza medica, concorrenza sleale sul lavoro e sulla casa.In un sistema economico globalizzato le imprese nazionali devono competere con aziende che usano veri e propri schiavi sottopagati per produrre merci scadenti a costi bassissimi. Di conseguenza le imprese nazionali richiedono lavoratori a basso costo (immigrati) per reggere l’urto di questa sleale concorrenza. Gli immigrati vengono volentieri ad accettare paghe da fame che gli Italiani non possono più accettare. Cessare di esporre le nostre aziende a quella concorrenza renderà automaticamente inutile l’apporto di immigrati e tutelerà i nostri lavoratori, oggi scavalcati dai cosiddetti “lavoratori competitivi” per eccellenza: gli immigrati.
Contro i gironi infernali della società multirazzista proponiamo:
- La rimozione della cause dell’immigrazione mediante:A) Cooperazione con le aree economiche extraeuropee atta al loro sviluppo e al riscatto dalla dipendenza dalle Multinazionali.B) Blocco dei flussi immigratori.C) Istituzione di un organismo che controlli che non persistano favoritismi nelle zone sociali attualmente investite dall’ondata d’ immigrazione.- Lotta senza quartiere ai negrieri e ai loro complici.- Blocco dei fondi destinati alle associazioni parassitarie che dietro alle “politiche d’accoglienza” mascherano i propri interessi economici, religiosi o ideologici.- Abolizione di CPT contestualmente al rimpatrio dei clandestini.- Ritiro delle licenze e delle autorizzazioni per coloro che sfruttano gli immigrati assunti senza permesso di soggiorno, aumentando così indirettamente la miseria, la disoccupazione e la precarietà fra gli Italiani.
6. Garantiamo il lavoro: un dovere sociale.Il Lavoro, sotto tutte le sue forme organizzative, esecutive, intellettuali, tecniche e manuali, è un dovere sociale ed a questo titolo deve essere tutelato dallo Stato. Il complesso della produzione deve diventare unitario, dal punto di vista nazionale, così come i suoi obiettivi che si riassumono nel benessere dei singoli e nello sviluppo della potenza nazionale.La continua rincorsa alla competitività e alla flessibilità del lavoratore può essere bloccata, chiudendo il mercato alle merci extraeuropee prodotte con manodopera ridotta in schiavitù.Contro la disoccupazione, il precariato e lo sfruttamento, proponiamo:- Abolizione delle leggi che favoriscono il precariato e la cosiddetta flessibilità. (leggi potere assoluto del capitale sul lavoro).- Politiche di protezione dei lavoratori italiani evitando che siano esposti alla concorrenza di lavoratori- schiavi in paesi stranieri che non hanno stesse tutele (giornata di 8 ore, pensione, maternità etc…) o alla concorrenza di lavoratori immigrati costretti ad accettare sempre o il lavoro nero, o il minimo sindacale.- Sostituzione del Senato della Repubblica con una Camera del Lavoro che garantisca la rappresentatività armonica di tutte le categorie produttive e lavorative.- Rivalutazione del Lavoro rispetto al Capitale.- Partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese- Rifondazione culturale dell’Umanesimo del Lavoro.- Rivalutazione culturale del lavoro manuale, che va retribuito in misura maggiore, garantendo tutte le sicurezze sul posto di lavoro, un minor numero di anni per raggiungere la pensione e un minor numero di ore lavorative settimanali.- Progressiva riduzione dell’orario di lavoro a 30 ore settimanali, favorendo l’impiego di tutti i lavoratori italiani.
7. Contro lo scippo del futuro, riqualifichiamo la sanità e assicuriamo le pensioni. L'otto per mille alla salute!Le privatizzazioni stanno minacciando anche il riposo dei giusti. Le pensioni sono finite nel tritacarne degli interessi privati. L’Italia, patria dello Stato Sociale e della previdenza pubblica, si sta omologando allo schiavismo anglosassone.E’ vero, il meccanismo pensionistico si è inceppato e con i contributi attualmente versati dai lavoratori sarà impossibile pagare delle pensioni decenti a chi andrà in pensione negli anni a venire. Oltre ad invertire questa tendenza con delle mirate politiche demografiche si può ipotizzare di rendere accettabile la vita di un pensionato futuro intervenendo non sull’aumento della pensione, ma sulla diminuzione delle spese che tutti i mesi rendono insufficiente anche una pensione di 800 euro.Garantire una casa di proprietà a tutti con il Mutuo Sociale, una bolletta energetica ridotta grazie all’energia nucleare nazionale, una Assicurazione Auto Pubblica, una calmierazione dei beni alimentari tramite il controllo dello Stato sulla grande distribuzione, una sanità pubblica efficiente legata ad una industria farmaceutica libera dalle speculazione delle Multinazionali, dovrebbero garantire una qualità della vita superiore a quella attuale anche con una pensione ipotetica di 500 euro mensili.Contro lo scippo del futuro e per evitare di trasformarci in un popolo di barboni, proponiamo:- Difesa incondizionata della previdenza pubblica (Inps).- Fissazione degli introiti delle pensioni automaticamente rivalutabili al passo del costo della vita.- Ripristino della facoltà di prepensionamento a cinquantacinque anni di età.- Difesa incondizionata dell’assistenza medica gratuita. Abolizione dei ticket.- Ripristino delle USL pubbliche (oggi ASL, ovvero Aziende!) come presidio territoriale contro le crescente privatizzazione dei servizi. Sopratutto per i disabili psichici, garantendo a tutte le famiglie che ne necessitano le giuste terapie d’avanguardia in maniera assolutamente gratuita.- Riqualificazione e ammodernamento degli ospedali pubblici tramite la riconversione degli ingenti fondi pubblici oggi utilizzati per finanziare associazioni inutili e parassitarie.- Destinazione obbligatoria dell’otto per mille alla sanità pubblica.Per un un Fisco equo e di sviluppo:1.Mantenimento della progressività dell’IRPEF.2. Introduzione del cosiddetto “coefficiente familiare”: il coefficiente è fondamentale per favorire le donne che preferiscono restare a casa per prendersi cura della famiglia.Facciamo un esempio di due famiglie costituite entrambe da padre, madre e due figli (di 5 e 10 anni):
Si crea così una gravissima disparità nel trattamento fiscale di due famiglie per il solo fatto che una delle due è monoreddito pur avendo entrambe lo stesso reddito totale.Con il coefficiente familiare il reddito verrebbe tassato nella stessa maniera (più favorevole) sia là dove fossero entrambi i coniugi a lavorare sia là dove è solo il marito. Si tratterebbe di ripartire tra entrambi i coniugi lo stipendio di uno solo.3. Detassazione completa dei redditi delle persone fisiche al di sotto dei 15.000 euro per assicurare un minimo vitale pari a 1.250 euro al mese netti a persona.4. Riforma dell’ICI, con detassazione completa della prima casa e con previsione di una super-aliquota per i grandi proprietari (di almeno 4 abitazioni nello stesso comune) che non locano gli immobili posseduti.5. Abolizione dell’IRAP perché colpisce le aziende che hanno proprio nel lavoro la loro maggior voce di costo. Colpire tali aziende significa penalizzare nuove assunzioni ed investimenti nella professionalità dei dipendenti.6. Lotta all’evasione ed all’elusione fiscale, soprattutto delle grandi imprese e delle multinazionali. Rafforzamento dell’amministrazione finanziaria con previsione di poteri più incisivi in materia di controllo delle grandi imprese.
8. Garantiamo il diritto alla maternità e alla vita.La pianificazione delle Multinazionali e dei funzionari comunisti prevede, tra l’altro, la morte demografica dell’Italia e dell’Europa. Il caro-vita, la svalutazione dei salari, l’impossibilità di reperire un alloggio ci hanno avviato alla nascita zero.Contro la scomparsa dell’Italia proponiamo:- Creare un ente Maternità e Infanzia strutturato in maniera capillare e locale che si occupi della salvaguardia della madre e dei nascituri, che assista in ogni sua fase la gravidanza, garantendo il giusto numero di ecografie, una assistenza ginecologica gratuita e di alta qualità.- Propaganda pubblica della cultura dell’allattamento al seno e distribuzione di latte in polvere prodotto dall’industria farmaceutica di Stato.- Difesa a oltranza dell’assistenza pediatrica gratuita per tutti.- Pubblico salario materno fino all’età scolastica. Stabilendo il principio che finché lo Stato non si occupa del bambino (asili nido, scuola materna etc) la madre deve poter rimanere in casa con il piccolo percependo un salario pubblico senza perdere il lavoro precedente alla gravidanza.- Costruzione di asili nido pubblici presenti capillarmente sul territorio con preferenza nazionale d’accesso.- Incentivo economico per le famiglie numerose.- Sostegno per le madri nubili.- Accesso immediato alla casa di proprietà mediante l’Istituto del Mutuo Sociale per chi aspetta un bambino.- Contro il sessismo ed il femminismo, proponiamo: la partecipazione attiva delle donne al mercato del lavoro, una maggiore capacità di rappresentanza politica, la difesa del benessere e dell’integrità fisica, l’acquisizione di una cittadinanza attiva.
9. Tagliamo le mani dei privati protese sui beni nazionali ed essenziali (trasporti, telecomunicazioni, acqua, risorse naturali, energia e salute).Le privatizzazioni, o meglio gli espropri finanziari da parte di alcuni gruppi di privati, dopo aver fagocitato i trasporti, le telecomunicazioni ecc, stanno cannibalizzando anche i beni vitali, come le acque, le energie e le risorse naturali. Queste risorse sono di proprietà del popolo, e lo Stato le deve amministrare per garantire la massima efficienza, orientando poi i profitti che ne conseguono verso la costruzione e il mantenimento dello stato sociale, lo sviluppo l’istruzione e la ricerca pubblica.Contro il controllo totale delle nostre stesse funzioni vitali, proponiamo:- Nazionalizzazione dei settori delle energie, delle telecomunicazioni e dei trasporti.- Nazionalizzazione di tutte le risorse naturali (acqua, gas ecc) e della loro distribuzione.- Per impedire le cause di morte dovute agli interessi delle lobby farmaceutiche che dettano legge sul mercato dei farmaci, proponiamo:- Forte controllo del ministero della sanità sulle politiche delle case farmaceutiche.- Accentramento della Ricerca in veste pubblica al fine di impedire che gli interessi delle case farmaceutiche e degli investitori osteggino le cure alle malattie principali, come oggi, invece, avviene spesso.- Politica di estremo rigore contro le speculazioni sulla salute e sulla ricerca.- Confronto terapeutico e libertà cosciente e documentata di cura.- Nell’ottica opposta agli espropri finanziari (detti privatizzazioni) proponiamo inoltre:- Assicurazione RC Auto statale e popolare che sottragga ingenti somme di denaro a compagnie assicurative private. Queste somme devono essere assegnate per il sostegno dello Stato Sociale, lo sviluppo l’istruzione e la ricerca pubblica.
10. Riprendiamoci la sovranità energetica.Senza sovranità energetica non esiste sovranità nazionale. Occorre immediatamente varare un programma energetico nazionale che porti l’Italia ad una autosufficienza energetica, risparmiando milioni di euro che oggi spendiamo per comprare all’estero combustibili fossili altamente inquinanti e peraltro in rapido esaurimento. Perchè tutto dipende dall'energia: casa, salute, progresso, benessere, istruzione, pensione, lavoro, figli. Senza energia, con poca energia, con cattiva energia, noi sprofonderemo di nuovo nella condizione miserevole da cui gli altri popoli poveri e sfortunati cercano disperatamente di emergere.Contro la sottomissione nazionale, proponiamo:- Nazionalizzazione dell’energia elettrica dalla produzione alla distribuzione.- Ritorno all’energia termonucleare.- Concreti e decisi finanziamenti delle fonti pulite e rinnovabili: biomasse, solare, eolico, fusione nucleare.- Concreti e decisi finanziamenti pubblici alla ricerca su: idrogeno, celle a combustibile, celle fotovoltaiche non silicee.- Studi di fattibilità per l’introduzione dei biocombustibili.
11. Diritto alla proprietà della casa con il Mutuo Sociale. (www.mutuosociale.org)La famiglia naturale ha un tetto sopra la testa. E sotto questo tetto genera figli.Contro la proletarizzazione forzata, contro l’usura del mutuo bancario e lo strozzinaggio dell’affitto obbligato, contro la speculazione edilizia e il potere arbitrario di pochi costruttori, tutti i nuclei familiari devono divenire proprietari della casa in cui vivono.
Contro un futuro in mezzo a una strada proponiamo:- MUTUO SOCIALE, ovvero: costruzione diretta da parte dello Stato su terreni pubblici, di case e quartieri da vendere a prezzo di costo alle famiglie non proprietarie a rate mensili non superiori al quinto del reddito, senza passare per il cappio delle banche.- Edilizia pubblica stile Ventennio che cancelli dalle nostre città gli obbrobri pseudo/architettonici di stile sovietico realizzati da costruttori democristiani e architetti comunisti al solo scopo di mortificare l’essere umano, creando disagio e ghetto.- Cartolarizzazione sociale. Ovvero le case degli enti pubblici possono essere vendute esclusivamente agli inquilini che le abitano, a prezzo di costo e riconoscendo tutti gli affitti versati negli anni come credito d’acquisto.
12. Rilanciamo l’istruzione, la cultura e la ricerca: gratuite, universali e rigorosamente selettive.La politica dell’oligarchia punta a creare incoscienza, assenza di memoria ed incultura livellando verso il basso la massa atomizzata d’individui che subiscono una mole di dati informativi e nessuna azione formativa. La complicità degli intellettuali neocons e degli arroganti quanto ignoranti guru cattocomunisti è palese e la loro responsabilità nel disastro educativo è totale.Contro la riduzione dei cervelli all’ammasso proponiamo:- Ripristino attualizzato di quella concezione umanistica gentiliana che garantisce la salvaguardia e lo sviluppo delle nostre radici elleno-romane.- Riqualificazione dei programmi, dei titoli di studio, delle selezioni e dei gradi di studio.- Osmosi tra cultura intellettuale e manuale (avviamento al mestiere, al lavoro ecc).- Contro la massificazione e il ritorno della cultura di classe (che vanno di pari passo), proponiamo:- Scuola pubblica e nazionale, totalmente gratuita.- Educazione comunitaria e nazionale all’interno della scuola.- Università gratuita fino al conseguimento della laurea.- Selezione rigorosa per il raggiungimento della laurea.- Riconoscimento degli anni di scolarità o di accademia nel curriculum personale per tutti coloro che non giungono fino alla laurea.- Salario sociale a tutti gli universitari non fuori corso.- Istituzione di un Fondo Nazionale dedicato alla Ricerca.- Sviluppo della Ricerca Pubblica, contro le Fondazioni private, per impedire la fuga dei cervelli, per competere con la concorrenza dell’India, degli USA ecc e per avviare alla carriera professionale.
13. Riprendiamoci la terra, garantiamo i prodotti biologici nazionali.L’indipendenza passa anche per la cultura gastronomica e per la produzione locale e biologica. Queste risorse sono considerate un ostacolo da quelli che intendono uniformarci e colonizzarci fino ad obbligarci all’acquisto dei sementi degli OGM e degli anticrittogamici che inginocchiano l’economia nazionale obbligandolo alla dipendenza. Esattamente come è avvenuto in Africa. L’assenza di una politica nazionale di valutazione dei prodotti agricoli e d’allevamento penalizza alcune fasce sociali e facilita la penetrazione dei concorrenti stranieri.Contro la svalutazione del nostro patrimonio naturale e per non avere un popolo che morirà di fame, proponiamo:- L’avvio di una politica statale di distribuzione sui mercati nazionali dei prodotti rurali (caseario, vinicolo ecc).- Il sostegno della pesca, dell’allevamento e dell’artigianato.- La garanzia delle condizioni biologiche di produzione.- L’istituzione di cooperative che raggruppino tra loro corporazioni affini (pastorizia, agricoltura ecc).- La realizzazione di capillari punti vendita gestiti dalle corporazioni o dai singoli commercianti, che abbiano la disponibilità esclusiva di prodotti genuini che non saranno disponibili nei supermercati della grande distribuzione privata.- L’apposizione dei timbri sui prodotti nazionali con certificazione dell’origine reale (oggi abbiamo prodotti con timbro nazionale che sono prodotti in Cina).- L’apposizione obbligatoria della descrizione dettagliata di tutta la catena alimentare (ad esempio, sulla pasta non compare la scritta “conservanti” che sono presenti in origine sulla farina…).- L’apposizione di una etichetta che dichiari il prezzo all’origine dei principali prodotti ortofrutticoli e alimentari. Ovvero indicare quanto è stato pagato in origine al produttore agricolo il prodotto, potendolo poi confrontare con il prezzo finale esposto dal supermercato.- Iniziative scientifico-culturali per promuovere un consumo moderato dei prodotti di origine animale, soprattutto la carne, che porti alla fine degli allevamenti intensivi che causano enormi sofferenze agli animali, una perdita totale di qualità e l’insorgere di pericolosissime nuove malattie.- Il carcere a vita a chi per profitto causa avvelenamenti di massa alterando un qualunque prodotto naturale.
14. Il cinema è l’arma più forte, per un uomo sano e colto, per una nazione libera.La cultura, non solo quella scolastica, ma quella di tutti i giorni (sport, media ecc) ha subito un’offensiva massiccia da parte del modello comunista e americano.Mens sana in corpore sano non è solo un motto ma un comandamento!Contro la distruzione della nostra anima e contro l’invasione della tronfia obesità alla Mc Donald’s e alla MTV, proponiamo:- L’elevazione negli istituti scolastici a materia di prima importanza dell’educazione fisica (detta anche psicomotricità), con l’aumento consistenze delle ore dedicate alla materia e la pratica delle discipline olimpiche.- La costituzione di impianti sportivi, aperti e chiusi, in tutte le scuole e in tutti i quartieri.- Sostegno statale a favore degli atleti meritevoli.Sottrazione dello sport dalle “finalità finanziarie”(quotazione in borsa ecc).- Azione sistematica per controbattere i monopoli mediatici sullo sport.- Regolamentazione dell’invasione di campo della pubblicità sui programmi televisivi.- La supervisione preventiva da parte del C.O.N.I. dei programmi trasmessi al fine di evitare che siano veicoli di messaggi disgreganti, diseducativi, antinazionali o faziosi.- Rilancio della cinematografia italiana in sinergia con le principali cinematografie europee fino a proporre concorrenza culturale alla mitologia hollywoodiana.- Promozione, nell’ottica fin quì espressa, di un Ente Europeo di Coproduzione Cinematografica.
15. L’arte e la natura siamo noi.L’ambiente siamo noi e viceversa. Il vero problema non è “non inquinare” bensì respirare insieme al cosmo. Il fondamentalismo verde, come ogni altro fondamentalismo, ha imposto una serie di luoghi comuni, non sempre veri, anzi spesso infondati, neutralizzando in partenza ogni politica ecologica alternativa e realista.Contro lo sradicamento dell’uomo dal suo territorio e dal suo cielo, proponiamo:- Sviluppo di tutte le culture biologiche.-In chiave internazionale sostegno della tendenza espressa dal trattato di Kyoto.- Riqualificazione delle coste marittime e dei corsi fluviali (con contestuale divieto di privatizzazione del demanio).- Sviluppo del trasporto merci navale e via treno.- Sviluppo di un sistema di comunicazioni e di trasporti che riqualifichi la vita nei paesi, nei villaggi e nelle cittadine.- Istituzione dell’informatizzazione totale per sopperire agli ostacoli burocratici che implicano una mole costante di spostamenti via motore del tutto evitabili.- Completamento ad opera dello Stato di tutte le grandi opere che (contrariamente ai dogmi verdi) snellendo i trasporti riducono l’inquinamento (Tav ecc).- Potenziamento dei parchi e delle riserve naturali avviando l’educazione alla “partecipazione” al parco.- Ripopolamento delle faune a rischio.- Potenziamento del corpo forestale, del corpo alpino.- Sostegno incondizionato dell’alpinismo, del subacqueo, del paracadutismo e di ogni attività legata direttamente alla natura.- Rivalutazione, riqualifica e divulgazione del patrimonio artistico che renda partecipe ognuno nella sua quotidianità. In controtendenza rispetto alla cultura-museo.- La condanna e la messa fuorilegge di qualsiasi tipo di pelliccia naturale.
16. Assicurare la Giustizia sulla base del Diritto Romano.La sudditanza generale va di pari passo con la cancellazione del Diritto Romano. Per passare dalla decadenza alla civiltà si deve recuperare la dignità giuridica romana.Contro la sudditanza e per la giustizia, proponiamo:- Separazione delle carriere nell’ambito della Magistratura (giudice ed accusa devono essere espressioni rigorosamente separate).- La separazione reale dell’attività investigativa da quella giudicante.- L’indennizzo delle ingiuste detenzioni.- Applicazione totale del decreto legge Castelli in ambito di Magistratura.- Nuovi concorsi pubblici per la Magistratura.- Per i processi di evidente taglio politico o sociale istituzione di un Tribunato del Popolo che partecipi ad ogni grado del procedimento.- Accorciamento dei tempi processuali e annessi (prescrizione ecc).- Garanzia di tempi brevissimi per i processi civili con indennizzo delle parti lese (che spesso vanno sul lastrico) a carico del Magistrato negligente nel caso di prolungamenti ingiustificati del procedimento.- Stretta regolamentazione delle intercettazioni telefoniche e ambientali- Rigetto di ogni pratica che presenti vizi di forma.- Depenalizzazione di tutti i reati ideologici, associativi e d’opinione.
17. Assicuriamo i mezzi di difesa alla nostra sovranità nazionale.L’Italia è nell’Alleanza Atlantica; vi si trova per gli esiti dell’ultima Guerra Mondiale e per la lunga Guerra Fredda. Essendo da tempo terminata quest’ultima per la Caduta del Muro di Berlino e per l’implosione della versione sovietica del comunismo, la partecipazione alla N.A.T.O. ha più un valore di routine che altro. La crescita o la trasformazione di altri soggetti internazionali (Cina, India, Russia, polo franco-tedesco) pongono nuove opzioni per chi voglia essere protagonista del futuro. Chi non se ne preoccupa è destinato a scomparire.Contro la sottomissione nazionale, proponiamo:- Creazione di un comando strategico europeo per lo sviluppo di una difesa militare autonoma dell’ Europa in sostituzione della N.A.T.O.- Sviluppo e potenziamento dell’aerospaziale italiano ed europeo.- Allargamento delle cooperazioni ad est.- Ripristino della geopolitica degli “anni Trenta” verso il Mediterraneo e l’Oceano Indiano.- Collaborazione attiva (culturale ed economica) con l’America Latina.- Potenziamento del nucleo di difesa nazionale.- Ripristino della leva obbligatoria per tutti, uomini e donne al compimento del 18 anno di età. Il servizio può essere svolto nelle forze armate o nella protezione civile. Per il servizio nelle forze armate, deve essere creato un settore femminile senza limitazioni d’impiego operativo, ma gestito esclusivamente da donne. Non devono essere previsti riinvi scolastici oltre il diploma. Il servizio militare deve essere un servizio operativo armato sul modello svizzero con richiami quinquennali di addestramento fino al compimento del 45° anno di età.- L’italia non deve avere limitazioni su nessun sistema d’arma: dalle portaerei alle armi nucleari.
18. Riscriviamo la CostituzioneLa Costituzione della Repubblica Italiana va riscritta. Essa è opera di uomini che la compilavano all’indomani della guerra civile ed adempivano a quel compito nella scia dei carri armati stranieri. Per un’Italia sovrana, libera e degna, orientata ad essere protagonista delle sfide del Terzo Millennio, riscrivere la Costituzione, sulla base di questo programma, si rivela un compito indispensabile

GAY PRIDE 2008 ROMA

GayPride, Mara sbeffeggiataNotizia del 6 giugno 2008 - 11:02 GayPride, Mara sbeffeggiata Un carro allegorico di un circolo omosessuale le fa "omaggio" facendo sfilare drag queens e gogo boys, svestiti come era lei nel celebre calendario hotSale la tensione alla vigilia del Gay Pride di sabato 7 giugno. In risposta alla decisione del ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, che ha negato il patrocinio al corteo, il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli - organizzatore del Pride - ha preparato una sorpresa speciale tutta pensata apposta per lei. Si tratta di un carro dedicato proprio alla Carfagna. Non immaginatevela però nelle attuali mise da ministero, bensì nella versione sexy da calendario di qualche tempo fa (chi non ricorda le sue foto hot finite sulla stampa internazionale all'indomani del suo giuramento per il nuovo governo?). Adesso la Carfagna ha cambiato look, e ce la siamo ritrovati sobria, col capello corto, in look austero da signora di mezza età. Ma tutti sanno che dietro quei tailleurini si nasconde un corpo che fino a ieri non ha avuto segreti.Dei venti carri allegorici che sfileranno domani - delle associazioni glbt (gay, lesbiche, bisessuali, transgender» -, quello del Circolo Mario Mieli che si intitolerà "Sobrietà", sarà senza dubbio il più atteso: «Chi salirà sul carro - spiegano dal Circolo - avrà lo stesso "abbigliamento" che la ex valletta, oggi ministro, sfoggiò nel suo celebre calendario».«Il Mieli ha fatto suo l'invito della Carfagna alla sobrietà - continuano dal Circolo - e ligio alle richieste del ministro ha deciso di seguirne le orme. Saranno presenti sul carro, in omaggio a ogni mese del famoso calendario, drag queens e gogo boys, elegantemente svestiti con gli stessi indumenti che la Carfagna indossava non molto tempo fa. Il carro rappresenterà una prigione dove gay, lesbiche e trans sono imprigionati e tenuti lontani dai diritti. Guardiane di questa prigione saranno le emule della Carfagna».Non si è fatta attendere la replica del ministro Carfagna, che ieri ha così commentato, incassandola con un sorriso a mezza bocca, la mossa della comunità gay: «Iniziativa simpatica, ma scontata. Quello è il mio passato e mi farebbe piacere se tale mancanza di sobrietà non fosse il loro presente e, forse e purtroppo, il loro futuro. Se anche loro lasciassero alle spalle le esibizioni, sarebbe molto più facile dialogare».Romapride 2008 partirà sabato 7 giugno da piazza della Repubblica a Roma alle 16.00 e si concluderà in Piazza Navona, anziché in Piazza San Giovanni, e naturalmente non sono mancate le polemiche per la mancata concessione di piazza San Giovanni alla chiusura del corteo. (Libero News)

Anche questa va menzionata tra le note sarcastiche di questo Blog, potevamo farci mancare l'orgoglio Gay per le strade di Roma prima del corteo rom di Domenica?

Adesso chi manca all'appello? Chi altro deve rimarcare la xenofobia tricolore? Chi altro sente la necessità di manifestare la sua diversità? Allora propongo di manifestare anche noi italiani considerati xenofobi da paesi europei magari più razzisti di noi nei modi operativi contro i clandestini.

Allora propongo di manifestare anche noi considerati xenofobi dai Rom e Sinti, chiedendo loro scusa se non li facciamo scippare, derubare, svuotare le nostre case come vogliono loro, se non vogliamo baraccopoli e criminalità importata nelle nostre strade,se non vogliamo condizioni di vita estrema per la loro salute ed anche nostra, se non vogliamo persone che non si volgiono integrare con noi in nessun modo.

Vabbè, gli altri pretendono, prendono e manifestano, noi ce la prendiamo nel deredano e veniamo additati come xenofobi,che dire forse tra le classi e categorie umane, noi in casa nostra non dovremmo avere neanche il diritto di manifestare, a meno che non prendiamo trampoli, grancasse,tamburelli,mangiafuoco, bandiere rosse e non ci uniamo a loro.........

Attendo un corteo di clochard,camorristi,mafiosi,massoni,spacciatori,buttafuori,prostitute dell'est,calciatori,veline,e chi altro senta il bisogno di manifestare, tranne noi italiani ovviamente!


ROM E SINTI DOMENICA IN CORTEO A ROMA, NO AL RAZZISMO

NOMADI:ROM E SINTI DOMENICA IN CORTEO A ROMA, NO AL RAZZISMO (ANSA) - ROMA, 6 GIU - Con un corteo ''festoso e pacifico'' le comunita' di Roma e dintorni dei rom e dei sinti domenica prossima scenderanno in piazza nella capitale ''per dire no al razzismo e al genocidio culturale''. Una manifestazione promossa da alcune associazioni che sostengono l'integrazione dei rom e dei sinti in Italia, alla quale hanno aderito anche alcune personalita' della cultura, tra cui diversi docenti universitari, giornalisti ed esponenti politici, come tra gli altri l'ex ministro della Solidarieta' Sociale Paolo Ferrero. Alla manifestazione, come e' stato spiegato nel corso di una conferenza stampa che si e' svolta a Roma nella sede dei Centri di Servizio per il Volontariato del Lazio Cesv e Spes, e' prevista la partecipazione di almeno mille rom e sinti della capitale e delle zone intorno a Roma. L'appuntamento e' alle 15:00 in piazza del Colosseo dove il corteo sfilera' fino al Foro Boario, in cui prendera' il via un dibattito sui problemi che riguardano le comunita' rom e sinti. Alle 20:00 l'iniziativa si concludera' con un ''Festival internazionale antirazzista'' durante il quale si esibiranno alcuni artisti rom.(ANSA).

Io penso che la comicità dell'informazione merita una pubblicazione su questo blog.
Adesso anche loro manifestano, l'importante è che ci siano tutti i personaggi citati nela notizia e avanti col Grande Circo.

mercoledì 28 maggio 2008

CUORI DI PICCIONE

Mentre in Italia ancora imperversa la caccia al Fascio, dopo quella al Rom, nell'Area specificatamente in Fiamma Tricolore, si gioca al repulisti alla rovescia.
E' stato espulso Gianluca Iannone dalla Fiamma!
Perchè ci chiediamo noi dell'Area? Semplice, si aspettava un pretesto come spunto per la cacciata ormai già pronta.
Poco tempo fa, Iannone ha occupato a scopo simbolico per protesta la direzione della Fiamma a Roma.Il motivo era semplice chiedere il tanto agognato Congresso che molti evitavano palesemente.
I molti erano i commissari, della durata incarico di 6 mesi, ma li da anni, gente sconosciuta addirittura alla militanza stessa.
Nei molti anche un sempre più indeciso e difficoltoso Segretario Luca Romagnoli, il quale chiedeva "formalmente2 la richiesta del Congresso.
Richiesta che sarebbe andata sicuramente persa in qualche angolo dell'ufficio.
Detto questo, dall'altra parte hanno allontanato un Iannone che si muoveva nel nazionalizzare il movimento Casapound Italia, un Iannone che era scomodo per i suoi tatuaggi e manifesti col faccione "che spaventa",un Iannone che occupa e crea problemi.
Sia chiaro che sono rimasti nel direttivo persone a lui vicinissime e che non si sono espresse, tranne Boccacci, il quale dopo essersene andato ha chiesto a Romagnoli di espellere Gianluca,mah!!!!
Dopo queste scuse banali e irrisorie ,il problema Iannone è stato affrontato e risolto,secondo loro.
Ora l'80%della militanza se n'e andata con Gianluca,mi chiedo allora con chi farà questa nuova rivoluzione Romagnoli?
Ha già espresso la volontà di accostarsi al PDL vincitore, le vie di Silvio sono infinite!
Forse anche quelle di Storace.......
Comunque nell'assurdo CASAPOUND ITALIA,BLOCCO STUDENTESCO,Varie SEZIONI CAPOLUOGO DI FIAMMA, sono uscite dal partito stesso, ora c'è l'eco ma qualcuno è ancora rimasto, staremo a vedere......

mercoledì 21 maggio 2008

SALVIAMO LA SEB,SOTTOSCRIZIONE MILITANTE.

La SEB finora ha garantito la libertà ad un ergastolano. Lo ha fatto con i soli propri mezzi:chi avrebbe dovuto dare una mano s'è dileguato ed ora la situazione è diventata insostenibile. Il costo da affrontare ogni mese per un dipendente è elevatissimo, ammonta a circa 3600 euro e la SEB, ora in liquidazione, non è in grado di sostenerlo. Maurizio si sta già muovendo per passare il "dipendente" sotto altra società, ma non si tratta di un comune lavoratore e la burocrazia in questi casi è allucinante. Non sappiamo esattamente quali saranno i tempi, ma sappiamo che questa persona non può, non deve, tornare in carcere.Non può essere licenziato dalla SEB finchè un altro datore di lavoro non avrà la possibilità di prenderlo in carico. L'obiettivo è ambizioso, ma la causa merita sacrificio e dedizione. Sacrifici che finora sono gravati sulle spalle di Alessandra Maurizio e Vincenzo e che da oggi devono diventare sacrifici di tutti noi. Il fabbisogno finanziario mensile per mettere al sicuro "quella persona" è di 3000 euro (600 continuerebbe a coprirli la SEB), che potrebbe essere raggiunto qualora almeno 200 utenti versassero 15 euro. Questo non significa che la quota sia fissa, chi non fosse in grado di raggiungerla potrebbe comunque effettuare il versamento secondo le proprie disponibilità.Ciò che riteniamo sia fondamentale, in questo momento, è essere vicini a Maurizio Alessandra e Vincenzo in questa battaglia, perchè per troppo tempo sono stati lasciati soli a combattere una guerra che avrebbe dovuto essere di tutti noi. E' ora di farci sentire.Quindi chiediamo a chi può partecipare di scrivere qui la propra disponibilità, e verrà contattato in privato con i dati necessari per il versamento.Grazie fin da ora a tutti quelli che ci aiuteranno a mettere in salvo una persona così importante per tutti noi.L'indirizzo email per eventuali comunicazioni e da utilizzare "all'esterno" del forum è sottoscrizione@vivamafarka.comqui potranno scriverci i non mafarkisti per avere le coordinate per il versamento e tutte le altre informazioni.

martedì 20 maggio 2008

Fare politica d'Area oggi?La risposta sono le comunità!

Da Fiammista deluso per gli atteggiamenti espliciti ed arroganti de La Destra, cerco luce nel fango e rumore nell'assoluto silenzio, ad un tratto il cuore e l'anima ti portano all'incontro delle comunità sparse in Italia.
La delusione elettorale dell'Area, porta a vederci e osservarci a distanza, ma consci della volontà di ricominciare partendo dal cuore.
Lontani dalle poltrone, lontani dall'illusione dei partitini, CONTINUANO le comunità ad esprimersi e continuare le proprie battaglie. Si cercano e trovano per collaborare mediaticamente e in strada su battaglie comuni, si ricominciano a muovere gesti e parole smossi dall'anima cameratesca che ci appartiene.
Abbiamo perso, siamo stati annientati, usati, traditi, manipolati da falsi venditori d'ideologia, dove sono questi paladini che urlavano nelle piazze, dov'è la Santanchè? Cosa farà Romagnoli? Cosa dirà Fiore? Ha senso mantenere ancora un partito eliminato dal bipolarismo con la maschera della volontà dei cittadini Italiani.
Ha senso appartenenre ad un estremismo interpretato dall'ignoranza della gente come estremismo violento e non come estremismo d'ideale al di fuori degli schemi della Casta.
Per me adesso, oggi dove c'è una palese inutilità dell'appartenenza partitica dell'Area, oggi ci sono le Comunità.
Oggi rinascono migliaia d'identità sparse in Italia, pronte ad affermarsi e cercare OMOGENEITA' tra i militanti.
Adesso la base militante si organizza da sola, senza strutture e organigrammi perdenti, atti solo a definire ruoli e posti occupati da chi non merita e ci ha venduto.
Adesso cominciamo a lavorare sodo per noi stessi, non più per secondi fini di altri, era ora.
In realtà non si è mai smesso, diciamo che ci siamo affidati ad alcune persone del cui operato e immagine ci fidavamo, ora cancellati dalla mente e spero presto dallo sguardo continuiamo a fare semplicemente quello che facevamo prima, senza ostacoli di appartenenza.
Mi auguro che anche la sinistra altra sfigurata dal mondo politico Italiano, soprattutto la militanza capisca che i movimenti di popolo sono lontani da quelli di palazzo.
Nei link ci sono molti indirizzi delle comunità in questione, persone che si danno da fare sul territorio atti a difenderlo e lavorare per quello, atti a ribadire la verità storica e la verità attuale, atti a non schierarsi per meri interessi, ma solo per la gente e popolo sovrano.
W Casapound Italia e tutti i movimenti e comunità nazionali.
Cerchiamo, leggiamo, sentiamo, parliamo, ascoltiamo,AIUTIAMO!

giovedì 15 maggio 2008

Giuseppe D'Avanzo su Travaglio......

"Non sempre i fatti sono la realtà " GIUSEPPE D'AVANZO Non so che cosa davvero pensassero dell'allievo gli eccellenti maestri di Marco Travaglio (però, che irriconoscenza trascurare le istruzioni del direttore de il Borghese). Il buon senso mi suggerisce, tuttavia, che almeno una volta Montanelli, Biagi, Rinaldi, forse addirittura Furio Colombo, gli abbiano raccomandato di maneggiare con cura il "vero" e il "falso": "qualifiche fluide e manipolabili" come insegna un altro maestro, Franco Cordero. Di questo si parla, infatti, cari lettori - che siate o meno ammiratori di Travaglio; che siate entusiasti, incazzatissimi contro ogni rilievo che gli si può opporre o soltanto curiosi di capire. Che cos'è un "fatto", dunque? Un "fatto" ci indica sempre una verità? O l'apparente evidenza di un "fatto" ci deve rendere guardinghi, più prudenti perché può indurci in errore? Non è questo l'esercizio indispensabile del giornalismo che, "piantato nel mezzo delle libere istituzioni", le può corrompere o, al contrario, proteggere? Ancora oggi Travaglio ("Io racconto solo fatti") si confonde e confonde i suoi lettori. Sostenere: "Ancora a metà degli anni 90, Schifani fu ingaggiato dal Comune di Villabate, retto da uomini legato al boss Mandalà di lì a poco sciolto due volte per mafia" indica una traccia di lavoro e non una conclusione. Mandalà (come Travaglio sa) sarà accusato di mafia soltanto nel 1998 (dopo "la metà degli Anni Novanta", dunque) e soltanto "di lì a poco" (appunto) il comune di Villabate sarà sciolto. Se ne può ricavare un giudizio? Temo di no. Certo, nasce un interrogativo che dovrebbe convincere Travaglio ad abbandonare, per qualche tempo, le piazze del Vaffanculo, il salotto di Annozero, i teatri plaudenti e andarsene in Sicilia ad approfondire il solco già aperto pazientemente dalle inchieste di Repubblica (Bellavia, Palazzolo) e l'Espresso (Giustolisi, Lillo) e che, al di là di quel che è stato raccontato, non hanno offerto nel tempo ulteriori novità. E' l'impegno che Travaglio trascura. Il nostro amico sceglie un comodo, stortissimo espediente. Si disinteressa del "vero" e del "falso". Afferra un "fatto" controverso (ne è consapevole, perché non è fesso). Con la complicità della potenza della tv - e dell'impotenza della Rai, di un inerme Fazio - lo getta in faccia agli spettatori lasciandosi dietro una secrezione velenosa che lascia credere: "Anche la seconda carica dello Stato è un mafioso...". Basta leggere i blog per rendersene conto. Anche se Travaglio non l'ha mai detta, quella frase, è l'opinione che voleva creare. Se non fosse un tartufo, lo ammetterebbe. Discutiamo di questo metodo, cari lettori. Del "metodo Travaglio" e delle "agenzie del risentimento". Di una pratica giornalistica che, con "fatti" ambigui e dubbi, manipola cinicamente il lettore/spettatore. Ne alimenta la collera. Ne distorce la giustificatissima rabbia per la malapolitica. E' un paradigma professionale che, sulla spinta di motivazioni esclusivamente commerciali (non civiche, non professionali, non politiche), può distruggere chiunque abbia la sventura di essere scelto come target (gli obiettivi vengono scelti con cura tra i più esposti, a destra come a sinistra). Farò un esempio che renderà, forse, più chiaro quanto può essere letale questo metodo. 8 agosto del 2002. Marco telefona a Pippo. Gli chiede di occuparsi dei "cuscini". Marco e Pippo sono in vacanza insieme, concludono per approssimazione gli investigatori di Palermo. Che, durante le indagini, trovano un'ambigua conferma di quella villeggiatura comune. Prova maligna perché intenzionale e non indipendente. Fonte, l'avvocato di Michele Aiello. Il legale dice di aver saputo dal suo assistito che, su richiesta di Pippo, Aiello ha pagato l'albergo a Marco. Forse, dicono gli investigatori, un residence nei dintorni di Trabia. Michele Aiello, ingegnere, fortunato impresario della sanità siciliana, protetto dal governatore Totò Cuffaro (che, per averlo aiutato, beccherà 5 anni in primo grado), è stato condannato a 14 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso. Pippo è Giuseppe Ciuro, sottufficiale di polizia giudiziaria, condannato a 4 anni e 6 mesi per aver favorito Michele Aiello e aver rivelato segreti d'ufficio utili a favorire la latitanza di Bernardo Provenzano. Marco è Marco Travaglio. Ditemi ora chi può essere tanto grossolano o vile da attribuire all'integrità di Marco Travaglio un'ombra, una colpa, addirittura un accordo fraudolento con il mafioso e il suo complice? Davvero qualcuno, tra i suoi fiduciosi lettori o tra i suoi antipatizzanti, può credere che Travaglio debba delle spiegazioni soltanto perché ha avuto la malasorte di farsi piacere un tipo (Giuseppe Ciuro) che soltanto dopo si scoprirà essere un infedele manutengolo? Nessuno, che sia in buona fede, può farlo. Eppure un'"agenzia del risentimento" potrebbe metter su un pirotecnico spettacolino con poca spesa ricordando, per dire, che "la mafia ha la memoria lunghissima e spesso usa le amicizie, anche risalenti nel tempo, per ricattare chi tenta di scrollarsele frettolosamente di dosso" . Basta dare per scontato il "fatto", che ci fosse davvero una consapevole amicizia mafiosa: proprio quel che deve essere dimostrato ragionevolmente da un attento lavoro di cronaca. Cari lettori, anche Travaglio può essere travolto dal "metodo Travaglio". Travaglio - temo - non ha alcun interesse a raccontarvelo (ecco la sua insincerità) e io penso (ripeto) che la sana, necessaria critica alla classe politico-istituzionale meriti onesto giornalismo e fiducia nel destino comune. Non un qualunquismo antipolitico alimentato, per interesse particolare, da un linciaggio continuo e irrefrenabile che può contaminare la credibilità di ogni istituzione e la rispettabilità di chiunque.

mercoledì 7 maggio 2008

IL MESTIERE DEL PENNIVENDOLO

E' un mondo difficile anche per loro,lo immaginate quanti giornalisti o pseudo giornalisti cercano gloria in scoop o articoli da prima pagina. Ormai per poter leggere il proprio nome in qualche testata nazionale o anche per qualche giornaletto di circoscrizione, devi essere profondamente ANTIFASCISTA, qualche tessera di partito ma va bene anche quella del circolino arci, frequentare centri sociali di sinistra, avere il santino di Veltroni, comprare casa dal gruppo Caltagirone e soprattutto negare sempre anche l'evidenza.
E' impressionante il tam tam mediatico, si chiamano tra loro per darsi le dritte, esperti anche in foto ritocchi, l'importante è urlare più forte degli altri per essere notato e infamare con l'inchiostro il più possibile.
Fuori dalle redazioni, li vedi pieni della loro importanza, palmare pagato dall'azienda, pc portatile idem, trasferte gonfiate per esosi rimborsi, tesserino da pubblicista o ordine dei giornalisti(manco fosse quello dei cavalieri di Malta) sventolato al posto della carta d'identità,aspetto alternativo con vestiti di marca preferibilmente americaneggianti.
Vacanze in luoghi no chip, capelli rigorosamente spettinati, un blog aggiornatissimo a loro intestato, 27 carte di credito, cartoline da tutto il mondo( per i pochi fortunati),mega scooter o suv per la campagna rossoborghese.
Parlano di danni e difetti della politica e società, poi loro sono i primi consumatori che ne abusano.
E' bello fare il giornalista, tutto pagato e spesato, e nel mentre loro sputtanano e rovinano la gente modificando gli eventi e persone, loro poi si vanno a godere i benefici e benessere di questo sistema.
Scatta ora la frase"non sono mica tutti così!"ma ormai alla gente non appare differenza.
Pochi giustamente sono quelli che meritano, pochi sono quelli che muoiono pur di fare informazione ,ma ahimè sono veramente pochi.
Quanti invece affollano qualsiasi prodotto mediatico, quanti parassitano nei palinsesti, quanti godono dell'inchiostro.......poi a volte non leggi i giornali o vedi servizi tg ridotti perchè LORO SONO IN SCIOPERO.
Ah benedetti diritti, come li chiedono e li vogliono rispettati, ma quelli della gente che loro rovinano che fine fanno?

Per concludere traggo l'ennesimo esempio dai fatti di Verona, hanno affibiato tutto al VFS, li hanno additati ed ancora lo fanno come naziskin, dico le abbiamo viste le loro foto?
Poi la stessa Repubblica li intervista in carcere e viene fuori, che non appartengono ad alcun gruppo politico, che non sono naziskin........ma qualcuno vuole avvisare gli altri pennivendoli che c'è da fare ritirata sui loro servizi? No che scherziamo c'è ancora da guadagnare.

mercoledì 30 aprile 2008

l'Agenzia Entrate mette online i redditi degli italiani

da Corriere.it
Ecco come controllare i redditi sul webL'agenzia delle entrate ha reso disponibili sul web i redditi del 2005, contenuti nella dichiarazione dei redditi 2006, di tutti i contribuenti italiani. Ma come è possibile controllare sul web il reddito della persona che si stacercando. La procedura non è complessa anche se è un po' lunga.Innanzitutto occorre cliccare su www.agenziaentrate.gov.it poi dalla home page cliccare sul link Uffici (in alto a destra) quindi cliccare su «elenco uffici» da qui su «elenchi nominativi dei contribuenti» e infine su «consultazioni elenchi dichiarazioni», cliccare sulla regione della persona che si sta cercando, sulla provincia e sul relativo comune e dopo aver inserito un codice di sicurezza presente sulla pagina stessa, scaricare il file che contiene il dato cercato. Si potranno conoscere una serie di dati importanti: la categoria prevalente di reddito, l'ammontare del reddito imponibile, l'imposta netta e (per chui ce l'ha) l'ammontare del reddito d'impresa.

Delirio.....ma come si fa, POTEVANO AVVISARMI PRIMA!
Mi sono perso ore di cazzeggio sui conti degli altri,il vicino,il nemico,il politico,il laziale della porta accanto,che me so perso,e poi arriva il garante e blocca tutto?
No devo legge anche io, voglio rientrare nell'elite dei voyeurs delle entrate.
Pensiamo allora a come dall'interno i dipendenti se divertono,sarà così?Mah!
Comunque a parte gli scherzi e commenti futili,chiunque sia stato va appeso per le palle.
Il vil danaro,qual'è il vostro segreto,altro che privacy,il portafoglio segreto dello sconosciuto è un sogno perverso e loro giocano e lo mettono in rete.
Che dire,io non c'ho una lira fate vobis.........ma il mio titolare?

lunedì 28 aprile 2008

PENSIERO DIVENTA AZIONE,CASAPOUND.

Ebbene sì,a chi credeva che la politica fosse solo gossip,a chi credeva che la comunità poundiana si fosse cancellata nei compromessi politici dei lacchè,questa è la risposta.
AREA 19, EX CARCERE DI GIOVINAZZO(Bari),due esempi di scempio speculativo ai danni della società,due occupazioni a vantaggio della società stessa.
Questa è la risposta alla bassezza di Rutelli che sventolava il comunicato Casapound,questa è la risposta a come si deve e bisogna fare occupazione.Imparino i 36 centri sociali romani,imparino cosa voglia significare un'occupazione per la casa,l'unica a scopo abitativo.Imparino cosa significhi un'ONC,occupazione non conforme,per ridare spazio sociale effettivo per chi dopo anni di malpolitica non ha visto nulla tranne che scempi e mazzette di proprietà.
Casapound risponde,con il suo metodo, la sua cultura,i suoi modi giovani e diretti,contro l'affarismo e finto perbenismo della casta silenziosa e producente al proprio fabbisogno.
Il popolo risponde con l'azione e da tutta Italia hanno risposto. Area 19, vede numerosi giovani che con dedizione stanno ripulendo l'ex stazione ferroviaria, a proprie spese e senza partiti o sindaci collusi stanno ridando un'immagine e dignità ad uno spazio che ben presto sarà restituito al sociale.
Stessa cosa per l'ex carcere di Giovinazzo, in un momento dove le carceri mancano e fioccano gli indulti,miliardi spesi per un monumento alla nullità,arrivano i nostri ragazzi e fanno azione,riprendiamo il territorio,ridiamo speranza e voce alle nostre esigenze sociali.
Qual'è la nostra colpa? Non è quella dell'occupazione è quella di non essere li a dare una mano ai nostri ragazzi, a far capire a questo governo che il popolo è stanco e questa si chiama rivoluzione.
Da questo si parte e si dettano le regole, una rivoluzione di coscenza che ben presto la sinistra umiliata e lo Stato, verranno presto a recriminare e riprendersi, comunque vada le coscenze si stanno muovendo e i nostri ragazzi con loro.
LA NOSTRA IDEA DIVENTA AZIONE,MUTUO SOCIALE,RIVOLUZIONE!

mercoledì 23 aprile 2008

CONFRONTO ALEMANNO RUTELLI

Nella trasmissionedi ieri sera a BALLARO',abbiamo assistito all'ennesima squallida scenetta teatrale su un dibattito basato su articoli di giornale e false promesse.
La cosa mi ha infastidito alquanto,vedere come ci si basi su numeri e voci,su espressioni di pennivendoli in balia dei poteri,su ripicchette da parrucchiera tipo"siete stati voi","no voi altri".
Della salvaguardia dei cittadini ben poco.
Oggettivamente,spero che i cittadini si siano resi conto della banale e falsa speranza di Rutelli,un modo teatrale dell'esposizione con toni altalenanti,sguardi irrisori e poi le promesse in pompa magna.
Promesse basate esclusivamente sull'estetica della città,sul dipingere le mura ma nascondere l'interno.
Rutelli e suoi mandanti hanno avuto per 15 anni la possibilità di poter attuare il meglio possibile per la città,ma non è stato così.
Veltroni mentre dava inizio ai festeggiamenti per la festa del Cinema,ha dovuto rendersi conto della gravità della situazione soltanto alla notizia della morte della Sig.ra Reggiani.
Alemanno l'ho visto più sicuro nelle esposizioni,più sicuro nell'affrontare chi gli ha dato un sonoro schiaffone già una volta.
In quel tempo Rutelli aveva spianato la strada alle sue menzogne,oggi fallito come governo,non ha cose concrete da contrapporre.
Concludendo spero che non vinca Rutelli.........